GASPORT (M. CECCHINI) - Cvd: come volevasi dimostrare. Troppo rischioso giocare Roma-Juventus all’ora fissata (20.45), ancor di più per la concomitanza con gli Internazionali d’Italia di tennis. E così ieri il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro - dopo aver consultato la Lega, l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e i rappresentanti della di polizia - ha anticipato l’orario d’inizio alle 17.45.
Scenari D’altronde, oltre ai problemi endemici che gli ultrà giallorossi potrebbero provocare vista la presenza di oltre un migliaio di juventini sui 60.000 spettatori previsti, c’è il rischio di infiltrazioni esterne. Ovvero, la minaccia dei tifosi napoletani di tornare nella Capitale per cercare subito la «vendetta», che potrebbe arrivare anche grazie ad «aiuti», visto che gli stessi napoletani - dopo i fatti di Coppa - pare abbiano sancito una patto con gruppi laziali in chiave antigiallorossa. Per questo ci saranno nuovi vertici da parte delle forze dell’ordine, che blinderanno al solito il quadrante cittadino di Roma Nord anche in chiave preventiva, senza contare i circa 800 steward all’opera e l’oltre un migliaio di agenti.
Rischi Genova La Polizia però non trascura neppure la partita del 18 maggio a Genova, anticipata alle ore 15. Gli ultrà genoani, infatti, sono gemellati con quelli del Napoli e non è escluso, quindi, che ai tifosi giallorossi sia vietata la trasferta. Malagò: «Ci adeguiamo» Ma torniamo a domenica prossima. «Ci adeguiamo alla scelta - dice Malagò, presidente del Coni -. Se la Prefettura ha fatto questa valutazione, ritengo che abbiano buone ragioni. Quando uno deve cambiare qualcosa già in corso d’opera non è mai bello, ma noi e il mondo del calcio obbediamo. È chiaro che si è fatta una valutazione che porta al risolvere un problema anziché averne altri». E il sindaco Marino aggiunge: «Vogliamo essere sicuri che tutto avvenga in modo da garantire la sicurezza. Non sono preoccupato, anche perché avremo un migliaio di uomini che verranno da altre città per aiutarci a gestire la Capitale. È un modo per affermare come Roma sia una città straordinaria e quindi abbia esigenza di risorse straordinarie». L’importante è che la straordinarietà non contempli anche un calcio ad alto tasso di violenza endemica.