LA STAMPA (M. ANSALDO) - Però levato contro il bersaglio più facile e abusato che si possa proporre inNazionale: Mario Balotelli. «Negro di m...». La voce di un ragazzotto fuori dalla recinzione di uno dei campi di Coverciano ha rotto nella mattinata la tranquillità dell’allenamento. Il milanista stava corricchiando insieme a Cassano, Giuseppe Rossi, De Rossi e Marchisio. A quest’ultimo, il più vicino, Supermario ha consegnato la propria reazione: «Solo a Firenze e a Roma succedono queste cose», altri sostengono che l’epilogo del Balotelli-pensiero sia stato «ci sono questi scemi». La sostanza non cambia.
Al secondo giorno di ritiro c’è stato il primo incidente ed è un buon segno che l’attaccante si sia limitato a un commento tra amici invece di avvicinarsi all’ignoto contestatore. Subito dopo altra gente, dalla strada, lo ha incitato, anticipando la tesi poi immancabilmente espressa dal «Coordinamento dei tifosi viola », per cui «non si deve generalizzare ». Come altrettanto immancabili sono state le stigmatizzazioni del presidente della Figc Abete e del vicesindaco di Firenze. Francamente ci è parsa una tempesta in un bicchiere d’acqua. Stessa tesi espressa da Prandelli, che insieme ai giocatori della Juve è andato a firmare autografi a chi stava in strada, dietro le reti. «Se ci sono dieci persone che applaudono e una che insulta perché bisogna ascoltare solo quella?».
A Coverciano l’invettiva è una tradizione. Baggio, Lippi, gli juventini,Montolivo. Chiunque abbia avuto un conto aperto con il tifo fiorentino prima o poi è stato preso a male parole e sempre da quel punto della recinzione, «la siepe dell’insulto », l’ultimo nascondiglio da quando è diventato impossibile arrampicarsi sugli alberi della stradina adiacente dove spesso si acquattava chi spiava gli allenamenti. La novità, triste e preoccupante, è che oggi la connotazione è razzista. I carabinieri e i poliziotti del folto servizio d’ordine sono corsi a cercare l’autore del misfatto, che ovviamente se n’era già andato. Da ieri comunque è stato potenziato il controllo, con un’auto che staziona nei pressi della siepe. Per uno scemo.