CORSERA (E. MENICUCCI) - Cortei, manifestazioni, occupazioni, partite allo stadio. Ma anche sicurezza urbana: lotta alla prostituzione, specie quella minorile, e alla contraffazione commerciale, anche con l’impiego della video sorveglianza. È il «piano per Roma» che, dopo qualche annuncio poi andato a vuoto, il ministro dell’Interno (e vicepremier) Angelino Alfano, leader di Ncd, presenterà stamattina al Viminale. Un pacchetto di misure che, nelle intenzioni del ministro, dovrebbero «rendere il centro di Roma un luogo più sicuro», perché «non si ripetano più certe scene» viste in quest’ultimo periodo. Dagli incidenti, con tanto di sparatoria, per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, ai «blu-bloc» dei movimenti per la casa (quel gruppone riconoscibile dai k-way celesti che si resero protagonisti degli scontri con le forze dell’ordine). Alfano, intervenendo a In 1/2 ora, da Lucia Annunziata, non usa mezzi termini: «Io sono — dice — per una linea molto dura contro i violenti. Il diritto alla protesta è sacrosanto. Il diritto alla violenza non esiste. Le libertà dei cittadini vanno tutelate. Per me è una prova di grande democrazia ».
E quindi, in concreto, «se i cortei si svolgono pacificamente bene, ma se qualcuno arriva con spranghe e razzi, pretendendo magari di manifestare contro l’austerità, allora il centro storico non sarà a disposizione per i cortei violenti che rovinano tutto». L’idea di Alfano è quella di «puntare su nuclei di polizia che saranno impiegati per questioni specifiche», perché «se tu vuoi picchiare i poliziotti, sappi che lo Stato è più forte di te». Il progetto al quale si è lavorato, in queste settimane, è di creare un unico reparto, prendendo personale sia dal reparto Mobile che dalla Digos, degli «specialisti » delle situazioni di piazza, calde, che siano manifestazioni, partite di calcio o altro ancora.
E, se un corteo si annuncia come violento, oppure al suo interno si infiltrano dei violenti, armati di bastoni, spranghe, caschi, o a volto coperto, i responsabili dell’ordine pubblico non lo faranno neppure partire. Più difficile, naturalmente, intervenire «in corsa »: perché, spesso, alcuni cortei partono come pacifici ma poi, ad un certo punto, ci sono frange che scatenano la guerriglia urbana. Anche lì, però, si sta studiando qualche tipo di soluzione. Perché, al fondo, c’è il concetto che «Roma è la vetrina del nostro Paese» e che certe immagini, circolate in tutte le televisioni internazionali e sui siti internet, hanno «danneggiato l’immagine italiana». Stesso discorso vale per le altre emergenze cittadine: la prostituzione (specie quella minorile, vedi il caso dei Parioli), lo spaccio di sostanze stupefacenti (con l’esempio del Virgilio) e i reati connessi con abusivismo e contraffazione commerciale.
Anche su questi temi, Alfano vuole intervenire. Coinvolgendo in alcuni casi, come per lo spaccio, anche i genitori o i cittadini. Alfano, di alcuni provvedimenti, ne ha parlato col sindaco Ignazio Marino e coi suoi collaboratori: la consulente per la sicurezza Rossella Matarazzo (dirigente in aspettativa del commissariato Esquilino) e col capo di gabinetto Luigi Fucito. Al Viminale, oggi, ci sarà anche il primo cittadino anche se, sottolineano sia dal Campidoglio che dal ministero, «la direttiva è di Alfano ». Anche perché su alcuni aspetti (abusivismo, prostituzione) c’era comunità d’intenti. Su altri, come i cortei, meno