IL TEMPO (E. MENGHI) - Non è più così noioso questo campionato. È bastato lo scivolone della Juventus a Napoli per far ricredere Garcia, che aveva visto una porta chiusa davanti alla sua Roma nonostante la stagione da record. Rudi vuole e deve credere nello scudetto, perciò non ha paura di dire quanto sia importante la gara con il Parma. Dopo gli otto minuti e venti secondi trascorsi tra qualche rimbalzo del pallone sul terreno zuppo dell’Olimpico e qualche timido tentativo di provare a giocare anche sotto il diluvio, l’arbitro De Marco (confermato per il bis) aveva stoppato il cronometro su una rimessa laterale sotto la Tevere e da lì riprenderà la partita. Due mesi dopo.
Allora i giallorossi erano sei punti dietro la squadra di Conte, che ha quasi raddoppiato la distanza, ma il sogno di vincere il titolo non è svanito e alle 18.30 la Roma scenderà in campo per continuare ad inseguirlo. «Come a febbraio, giocheremo per vincere, stavolta però – puntualizza il tecnico francese in conferenza stampa – giochiamo solo noi. Napoli e Juventus non lo fanno. Se saremo in grado di prendere tre punti, saranno pesanti, perché allungheremmo sul terzo posto e ci avvicineremmo alla vetta. Il Parma gioca per raggiungere l’Europa, ma non importa chi ci sia davanti, noi abbiamo tanta fame». Lo spot «Hungry for glory» è sempre valido. Garcia è il primo a crederci: «Io sono un tipo ottimista, sono positivo e ambizioso: dobbiamo essere tutti così, nello spogliatoio e nel club. Dobbiamo guardare in alto. Dobbiamo vincere più partite possibile, a partire da questa».
Non sono ammessi errori se si vuole restare in scia: «Se si aprirà la possibilità di andare ancora più in alto dovremo esserci. Non c’è bisogno che la Juve perda, anche pareggiando si perdono punti. Finché la matematica non ci condanna, dobbiamo crederci. In altri campionati ci sono state rimonte che sembravano impossibili». Sognando la «remuntada», o per dirla alla francese la «remontèe», Rudi è pronto a festeggiare il primo traguardo raggiunto: «La matematica dice che se vinciamo con il Parma saremo in Champions (mancherebbe giusto un punticino da fare in 7 partite, ndr). Poi è meglio entrarci direttamente piuttosto che con i preliminari. Questa partita possiamo considerarla quasi una finale». Sarà un match point per il secondo posto. «Sarebbe un vantaggio importantissimo sul Napoli. Di bilanci ora non ne faccio, io voglio fare i record a fine stagione, non adesso. Vorrei tanto vivere una cosa bella a fine anno con questi ragazzi». Poi qualcuno partirà, è la legge del mercato: «La Roma cambierà, ogni anno la rosa è differente. E vale per tutti i club del mondo». Il futuro è tutto da scrivere e, naturalmente, «è sempre più facile fare una grande squadra con più soldi», ma con questa premessa Garcia si defila dalla bagarre tra Conte e Benitez sui fatturati societari in relazione ai risultati. In questo contesto appare ancor più straordinaria la stagione del Parma, in lotta per l’Europa.
Le tante assenze, tra cui quella eccellente di Cassano, complicano il cammino dei gialloblu, ma Donadoni non accetta giustificazioni: «È inutile negarlo, siamo in emergenza: abbiamo solo Lucarelli come centrale (Felipe è squalificato, Paletta out per infortunio, ndr). I giallorossi sono i secondi della classe, pensare di andare là per limitare i danni sarebbe un concetto sbagliato, dobbiamo comportarci come siamo abituati. A volte le difficoltà aiutano a tirar fuori qualcosa di diverso». Garcia spera di poterlo combattere con l’arma in più della Roma: la forza di credere nel proprio sogno.