Malagò: "Lo stadio giallorosso grazie alla nuova legge"

02/04/2014 alle 09:51.
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IL TEMPO (F. SCHITO) - «Grazie alla legge sugli stadi, la Roma andrà a dama il prima possibile». È questo il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò, espresso ieri alla «Giornata di lavoro sull'impiantistica» allo stadio Olimpico. James Pallotta & Co. hanno presentato il progetto per la nuova casa giallorossa lo scorso 26 marzo in Campidoglio, con l'obiettivo di inaugurare l'impianto nella stagione 2016/2017. A molti è sembrata una prospettiva ottimistica ma il numero uno dello sport italiano dà ragione al sindaco Marino: «La Roma ha la possibilità di partire dalla legge, questa è una certezza».
La Roma conta di poter chiudere l'iter burocratico in nove mesi, ponendosi, nella peggiore delle ipotesi, il limite massimo di un anno.

La svolta tanto attesa dalla proprietà americana è arrivata con la legge 147 approvata il 27 dicembre del 2013 dal governo Letta, la Legge di Stabilità prevede infatti, negli articoli 304-305, la costruzione di nuovi impianti, a patto che non vengano realizzate nelle vicinanze nuove aree residenziali: «Ho fatto molta moral suasion per chiuderla - ammette Malagò -. Effettivamente mi rendo conto che, per i loro interessi, le grandi società e la serie A si aspettavano di più sull'aspetto della non contiguità e della residenzialità, ma io da presidente del Coni sono molto contento che in tempi certi si sappia che su un determinato terreno si possa costruire. A qualcuno ha fatto storcere la bocca, mentre ad altri è piaciuta, non si possono mettere d'accordo 60 milioni di persone. Finora una legge del genere non era mai stata fatta».

Non sarà solo la Roma a beneficiarne, l'apertura è chiaramente rivolta a tutte le società che vorranno dotarsi di un impianto privato, adeguandosi allo standard europeo che ormai vede da diversi anni gli stadi di proprietà come una delle voci più sostanziose delle entrate di bilancio: «Molti imprenditori vogliono portare avanti progetti per realizzare impiantistica sportiva - conclude il numero uno del Coni - oggi c'è una forte domanda in questo senso. Con la legge ora si può».