LA REPUBBLICA (M. PINCI) - L'abbraccio al momento della sostituzione sembrava quello di un padre che vede il figlio riprendere la via di casa. Rudi Garcia ha deciso di tenersi stretto — proprio come ha fatto con abbracciandolo davanti alla panchina sabato sera — il talento di Adem Ljajic. La dirigenza non ha dubbi e vuole trattenere a Roma il serbo, ancora meno ne ha l’allenatore, che delle sue potenzialità è convinto al punto da paragonarlo alla stella Eden Hazard: «Un diamante grezzo ».
Lo ha lasciato fuori a lungo, ne ha punito qualche comportamento svogliato («Adem, tu dormi», gli urlò a Trigoria settimane fa), ma punta su di lui. I dubbi semmai sono quelli del giocatore, che dopo le tante esclusioni starebbe pensando di lasciare Roma. Anche perché con le novità che arriveranno in attacco — Iturbe è più di un’idea — nonostante la Champions lo spazio per lui potrebbe ridursi ancora. Ma tenerlo, per la dirigenza, è anche una questione di bilancio: Ljajic è costato 11 milioni più 4 di bonus e la Fiorentina incasserebbe il 20 per cento sulla differenza tra il prezzo pagato dai giallorossi e quello di una futura cessione. Per non rimetterci, la Roma dovrebbe cederlo per 17-18 milioni, cifra difficile da incassare dopo la sua annata. Un buon motivo per rimandare l’addio.
A forte rischio invece, nonostante Garcia, è il futuro di Miralem Pjanic. Il rinnovo è ancora in stand by. Il Psg, alla finestra, sta facendo pressioni per portarsi via il bosniaco la prossima estate, risparmiando molto sull’offerta da 30 milioni fatta arrivare a gennaio e respinta dal ds Sabatini: oggi i francesi sono disposti a mettere sul piatto qualcosa come 15 milioni, sapendo che il contratto del giocatore in scadenza 2015 consente a chi compra di fare il prezzo. Al suo posto seguito il turco Uçan: intanto a Roma tornerà Paredes.