IL ROMANISTA (M.MACEDONIO) - «Vinciamo, divertiamoci e poi guardiamo cosa fa la Juventus» aveva detto Rudi Garcia alla vigilia della gara. E, puntuale, la squadra ha vinto, si è certamente divertita, e ora aspetta il risultato della sfida tutta bianconera tra l’Udinese e la squadra di Conte, lunedì sera al “Friuli”. «E’ stato importante aumentare lo scarto sulla terza – ha commentato infatti il tecnico a fine partita – ed essere per un giorno, anzi due, a meno cinque dalla capolista». Una partita in cui la Roma ha dimostrato di avere il controllo totale della gara per tutti i novanta minuti, ottenendo in questo modo la settima vittoria consecutiva. «Sarebbe stato meglio non prendere il gol – puntualizza Garcia, confermando come l’inviolabilità difensiva costituisca per lui una priorità assoluta. «Mi è piaciuta comunque la continuità avuta nel corso nella gara. Ho visto una Roma alla grande, che ha fatto gioco di squadra e anche gol bellissimi. Mi sono piaciuto tanto il secondo e il terzo: la dimostrazione che si è creato in maniera collettiva, e questo fa sì che un tecnico provi grande soddisfazione». Il discorso si sposta sulle individualità. Ljajic e Dodò, in particolare, sono sembrati aver tratto giovamento dall’essere rimasti per qualche turno in panchina.
Un’occasione per crescere? «No, la verità è che quando la squadra funziona e fa tanti gol, ci sono scelte da fare. L’importante è tenere questi giocatori pronti. Stasera ero comunque sicuro che quella in campo era la Roma migliore che potessi schierare. Lo si è visto con Adem, ma anche con gli altri. Ero sicuro della qualità e di quello che sarebbe stato l’atteggiamento positivo della squadra». Una storia bellissima è quella di Taddei, che a 34 anni, in scadenza di contratto, è ancora in grado di dare tanto a questa Roma, anche se la società sembra orientata a fare scelte diverse. Il tecnico dirà qualcosa in proposito? «Dirò qualcosa quando sarà il momento – spiega Rudi Garcia. – E’ normale, noi lavoriamo così. Lo abbiamo fatto, con Walter Sabatini, fin dall’inizio della stagione, e continueremo in questo modo. Non solo per quando riguarda Rodrigo. Intanto, pensiamo che il primo posto è ancora raggiungibile». Anche Toloi, un ragazzo che si conosceva poco, ha fatto bene in quest’occasione, dimostrando di essere giocatore affidabile. «Sono s’accordo. Già con il Torino aveva fatto una buona gara, e il gol di Immobile era di quelli “mondiale”. Anche oggi ha messo in campo personalità, capacità di anticipare l’avversario, leggere bene l’azione ed essere forte sia sul piano tecnico che fisico. Gli ho visto fare anche un grande intervento».
Cosa manca, insomma, a questo gruppo, per far bene in Champions, avendo un’ottima difesa e le ripartenze tra le migliori d’Europa, oltre a un centrocampo ben strutturato? «Mi spiace di non poter rispondere, almeno per il momento. Andiamo avanti così. Il sogno di un allenatore è quando una squadra fa una stagione come questa. Perché vorrebbe tenere la rosa per intero e migliorarla con gli acquisti. Ma di questo dovremo parlare non solo con Sabatini ma anche con il presidente, che è colui che sa quali potranno essere le risorse economiche per il prossimo anno. Mi auguro solo di poter giocare al meglio la Champions e non, come con il Lille, non avere alcuna chance di superare la prima fase».
Si può vincere in Europa, facendo leva su un gioco che punta molto sul contropiede, una prerogativa del calcio italiano? «Non lo so, perché per il momento ci sono tante grandi squadre e la strada sarà lunga. Una squadra non si fa in un giorno e, dopotutto, anche Roma non è stata fatta in un giorno. Lo sapremo solo l’anno prossimo, quando giocheremo queste partite. Di certo, la squadra sa fare di tutto. Giocare con un ritmo alto e pressare al meglio l’avversario. Un atteggiamento collettivo, quello con e senza palla, che mi piace. E così dobbiamo rimanere». Cinque gol subìti nei primi tempi e diciannove nei secondi. «Quello preso stasera, ad esempio, non va bene. In casa ne abbiamo presi troppi in queste settimane, anche se abbiamo il secondo migliore attacco. E allora, finché vinciamo mi sta bene anche prendere gol, sapendo però che potrebbe esserci il giorno in cui il gol preso non ti fa vincere la partita. E allora, dobbiamo certamente migliorare». Merito di Garcia se chi entra dalla panchina fa bene? «La verità è che ognuno sa che può avere il proprio momento. E i sostituti di oggi possono essere i titolari di domani. La prima cosa è però entrare e giocare con entusiasmo, perché è così che prendono piacere. E anche i tifosi prendono piacere».