IL ROMANISTA (D. GALLI) - È volato lassù, s’è spinto nel cielo, s’è arrampicato sulla scala, del calcio e della Curva. Ha colpito a modo suo, allo stesso modo di Madrid e al derby con la Lazio e l’Olimpico s’è fatto una cosa sola, un boato, il gol di Taddei è planato in ogni settore e poi fuori, lontano dalla fortezza, è un’eco che il giorno dopo non s’è spenta. Il giorno dopo, appunto. Il giorno dopo Roma si affaccia alla finestra e guarda lontano, pensa alla Juve, al vantaggio straridotto, ma anche all’Europa che sta là, a un passo, la Roma ragiona sulla Champions dalla porta principale. Che sta lì. Vicino. Molto vicino.
E Taddei e la Champions si conoscono bene, Rodrigo è rientrato di prepotenza nella storia della Roma dopo aver contribuito a farla, dopo aver piazzato zampate nelle occasioni che contavano. Il terzino, ala, mediano - persino punta nella Roma di Spalletti - ha marcato tabellini pesanti proprio a cominciare dall’Europa. La prima volta in Coppa Uefa, col Basilea sotto la Sud, era il 14 dicembre 2005, agli albori di quella accecante serie di vittorie che quella Roma inizierà a inanellare sette giorni dopo, col poker casalingo al Chievo. Grande annata, e fu grandissima anche per Rodrigo che contribuì con i suoi 8 gol al secondo posto e quindi al ritorno della Roma in Champions. Curiosità, nota a margine che poi tanto nota non è affatto: il colpo di testa è sempre lo stesso, è una fotocopia di quello che porta la Roma in vantaggio al derby del 26 febbraio 2006. Palla a spiovere, Taddei salta e colpisce all’indietro, sfera che si insacca sul lato opposto della rete.
Anche a Madrid segna di testa, ma in maniera diversa anche se (forse) con molta più epica. È il 5 marzo 2008, ottavi di Champions, quasi due anni dopo un altro gol importante: quello realizzato contro lo Shakhtar Donetsk, il primo della Roma di Spalletti in Coppa Campioni. Taddei con le big si esalta, lo dimostra Roma- Manchester 2-1, 4 aprile 2007. Chi segna il primo gol? Di nuovo lui, di nuovo Rodrigo.
L’esperienza di Taddei potrebbe tornare utile anche alla Roma del futuro, quella che s’appresta a tornare sul palcoscenico che più le compete. Taddei che certe partite non le sbaglia, che l’Europa la conosce, che c’è stato, che è stato talismano, che da ieri sul suo account Twitter è sommerso di romanismo. Taddei che finita la partita ha festeggiato con Bastos, che ha reso orgogliosa la famiglia accoccolata in tribuna, Taddei che è entrato nella Curva e nel cuore di un popolo, Taddei che da ultimo dei mortali è diventato da mercoledì ultimo degli immortali.
E non importa se il contratto che scade a giugno sarà rinnovato o meno, non importa fare un’altra stagione perché il suo nome è ormai inciso sulla nostra bandiera. Quella che riprenderà a sventolare sugli stadi dell’Europa per nuove notti di Coppe e di Campioni. Campioni come lui. Come Rodrigo.