IL ROMANISTA (G. CACCAMO) - Riparte dal successo con l’Udinese la corsa della Roma alla conquista, non più del primo posto, bensì di quella meritatissima seconda piazza che significherebbe accesso diretto alla Champions League del prossimo anno. Altissimo il pressing iniziale dei friulani che aggrediscono sin dalle prime fasi i portatori di palla romanisti costringendoli a velocizzare la manovra rischiando qualcosa nei contrasti. Badu uomo-ovunque costringe sulla difensiva Dodò, riducendone la spinta offensiva e costringendo un centrocampista a offrire supporto. Migliora la manovra giallorossa, aumenta la precisione e la profondità dei passaggi, si spegne la pressione bianconera e la Roma ottiene le sue buone occasioni da rete.
Molto mobili, le punte di Garcia non lasciano riferimenti alla difesa avversaria che si ritrova a dover fronteggiare movimenti senza palla ed improvvise imbucate di attaccanti e centrocampisti; "dinamo" Taddei, poi, si occupa di rompere le trame dei friulani in ogni parte del rettangolo di gioco. Scarsa attenzione e concentrazione ad inizio ripresa rimettono in bilico il risultato, creando qualche momento di apprensione alla truppa di Garcia che mantiene tuttavia sufficente tranquillità nella fase difensiva; perde un poco di velocità la manovra d’attacco della Roma, perde d’imprevedibilità nelle giocate in profondità, guadagna in precisione ed efficacia delle giocate.
Il terzo gol di Torosidis spacca la linearità tattica della gara che vede l’Udinese caotica nel suo tentativo di rimontare il risultato ed inevitabilmente esposta alle ripartenze romaniste non sempre lucide ed efficaci, la Roma sorpresa e intimorita dalla veemenza delle manovre d’attacco bianconere che paiono d’improvviso quasi inarrestabili. Cerca di controllare il gioco e abbassarne il ritmo la Roma, nel finale di partita, alternando possesso palla a inconcludenti percussioni senza capo né coda. Qualche apprensione e qualche rischio di troppo nel finale non negano alla Roma di portare a casa tre punti del tutto meritati. Risultato ineccepibile, alla fine, frutto di un primo tempo di qualità assoluta e di una ripresa appena sufficiente per quel che concerne lucidità ed efficacia, contratta forse sul piano emotivo più che della manovra e delle intenzioni. Sugli scudi, a nostro avviso, De Sanctis, eccellente in almeno 3 occasioni di assoluta difficoltà.