GASPORT (V. PICCIONI / M. CECCHINI) - Tre giornate a testa. È il verdetto del giudice sportivo sulla «condotta violenta» di Daniele De Rossi e Juan Jesus durante Roma-Inter di sabato sera. La squalifica è scattata in base alla prova televisiva, in qualche modo anticipata dalla decisione del cittì Cesare Prandelli di non convocare in azzurro il romanista.
«Con veemenza» Scrive nel dispositivo Giampaolo Tosel che «De Rossi nella propria area di rigore particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio di punizione concesso in zona d’attacco alla squadra avversaria, nel contrastare a stretto contatto l’azione di Icardi, appoggiava con veemenza la mano destra sul capo dell’antagonista e quindi, in rapida successione, con la stessa mano lo colpiva da tergo con un pugno al volto». Quanto al colpo di Juan Jesus a Romagnoli, «le immagini televisive documentano che, nella circostanza segnalata, il calciatore nerazzurro, nella propria area di rigore particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio d’angolo, nel contrastare a stretto contatto l’azione del calciatore giallorosso, con un repentino movimento del braccio sinistro, colpiva da tergo con un pugno alla schiena l’antagonista, che si accasciava dolorante al suolo».
Giro di mail Va ricordato comunque che la prova tv, generalmente utilizzata soprattutto per condotte violente e simulazioni vistose, può entrare in gioco soltanto quando l’arbitro non ha giudicato il momento in questione. Ecco perché è prassi consolidata che il giudice sportivo ascolti l’arbitro e i suoi collaboratori per accertarsi che il direttore di gara non abbia già visto (e quindi, giudicato) la fase di gioco. Cosa che evidentemente Bergonzi non ha detto, anzi scritto a Tosel, come si legge nello stesso comunicato diffuso dal giudice con tanto di ora di arrivo della mail di chiarimento. In ogni caso, il giudice sportivo non può intervenire d’ufficio, ci deve essere una sollecitazione specifica da parte della Procura federale, che deve arrivare entro le ore 16 del primo giorno feriale successivo (cioè ieri) alla partita. Ieri, per la cronaca, le due «sollecitazioni» sono arrivate alle 12.29 e alle 12.30.
Uno sconto? Ma che probabilità ci sono di uno sconto in sede di Corte di Giustizia della Federcalcio? L’asticella dei 3 turni può essere abbassata? Fra le ipotesi c’è quella, nel caso la difesa riuscisse a provare l’esistenza di qualche attenuante, di arrivare a due turni, integrati di una multa. La Roma, infatti, presenterà ricorso d’urgenza, con una tesi basata su due pilastri: 1) il colpo di De Rossi (che non sarà multato) a Icardi non è un atto violento ma un episodio di gioco; 2) la prova tv non può essere addotta solo per alcuni casi e per altri no. «La sua esclusione azzurra? Non ho sentito Prandelli parlare di codice etico, per ora è una scelta tecnica — dice Garcia —. Certe cose non mi sono piaciute, Daniele era stato condannato dalle tv già dopo la partita. Le tv non vedono tutto, ci sono stati episodi contro la Roma non sanzionati, spero non ci siano due pesi e due misure». De Rossi, tra l’altro, è amareggiato per non aver ricevuto una telefonata da Prandelli. Considerandosi un giocatore importante, se l’aspettava. «Il codice etico? Prandelli lo ha sempre applicato», dice Buffon. Di parere contrario Di Livio. «È una pagliacciata, il c.t. lo adotta solo quando vuole, con Balotelli non è successo». E l’Inter? È seccatissima, considera sproporzionata la pena, si attendeva almeno una giornata in meno di quella ricevuta da De Rossi. Il club nerazzurro poi si chiede come mai l’addizionale non abbia visto quel colpo definito pugno che, nelle immagini, non è evidente. Il ricorso in questo caso è già pronto, venerdì per la Corte di Giustizia ci sarà un bel po’ di lavoro.