CORSERA (A. BOCCI) - Per una volta tutto è come sembra. Cesare Prandelli, dopo il Mondiale in Brasile, sarà ancora l’allenatore della nazionale. Non c’è l’intesa, ma la volontà è comune: c.t. e Federcalcio meditano di andare avanti insieme. Quella che comincerà oggi sarà la settimana decisiva per trasformare parole e pensieri in atti concreti. L’appuntamento che sbloccherà la situazione è fissato per venerdì pomeriggio, a Roma, dopo il viaggio di Giancarlo Abete in Kazakistan per il Congresso della Fifa. Al rientro a Roma, darà l’accelerata decisiva alla storia di Prandelli.
La volontà non basta. C’è da confrontarsi su durata e tipo di impegno. E non mancheranno le spine. L’allenatore è affascinato dall’idea di diventare il punto di riferimento del movimento. Superpoteri e supervisione di tutte le nazionali giovanili, anche la possibilità di gestire il lavoro nei centri federali (quelli esistenti) alla scoperta di nuovi talenti, visto che ormai gli spazi per i giocatori eleggibili sono ridotti al 38-40 per cento. Idee affascinanti e stimolanti, ma il rischio è che poi, al di là delle parole, resti tutto come prima. E che il progetto si riconduca ad allenare la nazionale verso l’Europeo di Francia del 2016. Vedremo. I soldi, invece, non saranno un ostacolo. La Federcalcio, pur di tenersi l’uomo che ha dato un gioco e una mentalità nuova alla nazionale, è pronta a un ritocco e Cesare non pretende la luna. Meno semplice sarà trovare l’intesa sulla scadenza del nuovo accordo.
Prandelli si immaginava altri quattro anni di contratto per poter allevare, preparare e portare ai Mondiali 2018 in Russia una nuova generazione di fenomeni. Invece Abete spinge per un’intesa biennale. Per svariati motivi. Non sarebbe facile difendere l’allenatore se (incrociamo le dita) il Mondiale in Brasile dovesse andare male. Inoltre, non intende prendere impegni oltre la data della sua permanenza alla guida della Federazione. Il mandato scadrà nel 2016 e il presidente ha già fatto sapere che non intende candidarsi per la quarta volta. Il contratto che sarà proposto a Prandelli sarà un biennale da poco meno di un milione e mezzo di euro a stagione. Il c.t. potrebbe chiedere di essere svincolato tra un anno s e c e r te promesse non saranno mantenute. Intanto, però, andrà al vertic e con animo aperto e ben disposto: «Sono onorato di sapere che la Federazione pensi a me a scatola chiusa». Cioè prima di sapere come andrà a finire la spedizione in Brasile. Prandelli è molto amato perché ha ridato dignità alla nazionale, l’ha portata tra la gente, l’ha impegnata in battaglie sociali che l’hanno elevata nella considerazione della gente.
Il nodo del contratto è cruciale. Volare in Brasile con un allenatore che ha la valigia in mano potrebbe essere una complicazione. In ogni caso se non ci sarà accordo Prandelli ha promesso che sino a luglio (cioè a giochi fatti) non sarà disponibile per altri interlocutori (viene facile oggi pensare al Milan). «Ho un Mondiale da preparare e affrontare nel migliore dei modi» (ieri era a Parma per studiare l’eventuale rilancio di Cassano). Insomma, o sarà c.t. o resterà fermo anche se tra un mese il mercato delle panchine sarà in ebollizione.