REPUBBLICA.IT (F. BOCCA) - Il gol di Pirlo non è il gol scudetto semplicemente perché il gol scudetto era già stato intitolato ad Asamoah una settimana prima contro la Fiorentina. In una partita molto complicata, in cui Buffon deve parare un rigore, e l’arbitro distribuire qualche errore in maniera abbastanza random – pro e contro entrambe le squadre – alla fine la differenza sta tutta nella parabola – sempre la stessa – delle straordinarie punizioni del giocatore bianconero. Il tiro finisce nell’angolo, copre l’altro gesto decisivo del rigore parato con grande autorità e semplicità da Buffon, e la piccola angoscia di un pareggio che comunque non avrebbe comportato alcun problema, sparisce. E anzi la straordinaria serie juventina si allunga: dal famoso ko di Firenze, mezza stagione fa, tutte vittorie e due pareggi. Impressionante, non c’è avversario che tenga in campionato.
L’unica chance recentemente l’ha avuta la Fiorentina che ha vinto comodamente contro il Chievo, e già approfittato di qualche brevissimo momento di appannamento o semplicemente di riposo, ma era l’Europa League. Giovedì a Firenze sarà una partita molto diversa, entreranno in gioco i fattori della partita secca, c’entrerà molto poco quello che stiamo vedendo in campionato. Ma intanto la realtà vera di questa stagione è l’impressionante voragine di 17 punti che separa la Juventus dalla Roma: se anche la Roma vincesse entrambe le partite che ha in meno, fanno 11. Una voragine di punti praticamente incolmabile. Di che stiamo a parlare?