IL TEMPO (A. AUSTINI) - Ci siamo. E stavolta si fa sul serio. Quattro anni e mezzo dopo la presentazione del sogno irrealizzabile di Rosella Sensi, stamattina Pallotta svela in diretta mondiale su Youtube il suo «american dream»: la nuova casa romanista a Tor di Valle, dove la squadra spera di giocare nel giro di tre anni. Il presidente sarà accolto nella Protomoteca del Campidoglio alle 11 dal sindaco Marino, con cui ha pianificato tutto ieri in un lungo incontro. Sarà dura far sedere tutti i 400 invitati fra ospiti vari, come i giocatori di oggi e l'ex Falcao pronto a portare domani il plastico alla mostra in corso a Testaccio, e un centinaio di giornalisti accreditati.
Inaugurato ieri anche un profilo Twitter dedicato al progetto. Pallotta mostrerà con un «videoshow» l’avveniristico impianto disegnato dall’architetto Meis, che sarà seduto al suo fianco insieme al sindaco, gli uomini Rapotor Pannes e Barror, l’ad giallorosso Zanzi, il proprietario dei terreni (e «project manager») Parnasi. Presenti gli assessori Pancalli e Caudo, tutti i consiglieri comunali, parte della Giunta oltre ai rappresentanti della Regione e di Coni, Figc, Lega e Aia per assistere al «primo passo della fase d'esecuzione» come la definisce Baldissoni. Lo stadio avrà un richiamo architettonico al Colosseo - come già mostrato nelle bozze pubblicate da Il Tempo - anche se il modello seguito è l'Olympiastadion di Berlino.
Alcuni dettagli sono già noti: capienza base di 52mila posti estendibile a 60mila, quanto basta per ospitare una finale di Champions. Oggi verrà illustrata la parte denominata «distretto dell’intrattenimento»: oltre all’impianto in sé, il museo interno, i campi d’allenamento previsti all’esterno, la foresteria, i ristoranti a tema, un’area giochi per i bambini e le varie strutture commerciali come il Nike Store. Il capitolo delle infrastrutture andrà approfondito in seguito: previsti due svincoli stradali (sulla Roma-Fiumicino e sulla via del Mare), ampi parcheggi e una nuova fermata della linea ferroviaria. Il tutto a spese del club giallorosso. La Roma vuole un impianto da vivere 365 giorni l’anno. Non solo partite, quindi, ma anche concerti e convegni.
I tempi? Il capitolo sugli impianti sportivi del Patto di Stabilità ai commi 304 e 305 prevede che il primo «studio di fattibilità» vada approvato dalla conferenza dei servizi preliminare convocata dal Comune entro tre mesi. Ed esclude «la realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale». Palazzi, infatti, non sono previsti. Poi servono altri quattro mesi per l’ok definitivo da parte della conferenza dei servizi «decisoria», oppure sei mesi se il progetto sarà di competenza regionale: dipende da eventuali varianti del Piano Regolatore. Un totale di nove mesi che possono allungarsi fino a un anno con l’intervento del Presidente del Consiglio qualora i termini non vengano rispettati. Insomma un massimo di un anno, con l’obiettivo di iniziare i lavori appaltati a varie ditte all’inizio del 2015 e inaugurare l’impianto nel giro di due anni. Se tutto va bene, la Roma potrebbe giocare nel nuovo stadio dalla stagione 2017/18, un anno dopo quanto aveva previsto all’inizio.
I costi? Marino, per tenersi «largo», ha parlato di 1 miliardo di euro d’investimenti, Pallotta e Parnasi, che costituiranno insieme la Newco di riferimento del progetto, li stimano fra i 600 e i 700 milioni di euro, con il supporto di Goldman Sachs e altri advisor. Oggi il presidente citerà tutti gli sponsor coinvolti nell’operazione, poi nel pomeriggio a «Spazio Novecento» all’Eur incontrerà i potenziali clienti a cui illustrare la vendita dei pacchetti «vip» nelle due tribune: un totale di 60 palchi acquistabili per minimo 5 anni e un tesoretto potenziale da 40 milioni da aggiungere ai soldi ricavati dai «naming rights». Il resto spetta a tifosi, impazziti di gioia ieri sera all'Olimpico insieme a Pallotta dopo il gol di Florenzi. Doverosi i complimenti del presidente alla squadra negli spogliatoi, simpatico il siparietto sul rinnovo di Garcia (Jimmy ha tirato fuori 95 euro dal portafoglio mentre il tecnico faceva le interviste, poi hanno cenato insieme), oggi tocca a lui fare centro.