IL ROMANISTA - Lunedì sera la Roma affronterà l’Udinese nel posticipo delle 21° della Serie A. L’arbitro della gara sarà Paolo Tagliavento che ha diretto per l’ultima volta i giallorossi in occasione della vittoria in Coppa Italia contro la Juventus, lo scorso 21 gennaio. Per l’arbitro di Terni sarà la 152esima direzione in Serie A. Complessivamente Tagliavento ha arbitrato per 24 volte la Roma in campionato. Il bilancio è ampiamente positivo con i giallorossi, la squadra più volte diretta in Serie A dallo stesso Tagliavento: in 15 occasioni sono arrivati i 3 punti, 4 i pareggi e 5 le sconfitte. L’ultima vittoria dei giallorossi risale all’ultimo precedente in campionato, il 3-0 a San Siro contro l’Inter dello scorso 5 ottobre, unica gara dei giallorossi diretta in questo campionato dal fischietto ternano. Anche per l’Udinese il bilancio in campionato con Tagliavento è positivo: 16 le gare totali con 9 vittorie, 6 pareggi e 1 sola sconfitta. Uno solo il precedente tra Roma e Udinese: la gara del 7 marzo 2009 finì 1-1 con gol di Di Natale e Vucinic. Fecero discutere, però, alcune decisioni del giudice di gara: in primis, il rigore negato a Floro Flores, per fallo di mano di Mexes, poi l’espulsione fin troppo generosa rifilata a Daniele De Rossi per proteste. Nel post partita di Roma-Juventus di Coppa Italia, la Juve si lamentò del suo arbitraggio. Sbagliando. E lo ripetiamo: iniziamo dall’episodio del contrasto tra Giovinco e Benatia del 13’, in cui il romanista commette fallo sullo juventino trattenendolo in un uno contro uno con palla alta a circa due metri di distanza dall’area giallorossa.
Giustamente Tagliavento punisce la trattenuta con una punizione a favore della Juve e l’ammonizione di Benatia, che non andava assolutamente espulso, visto che commette il fallo da ultimo uomo in mancanza della chiara occasione da rete. Requisito, quest’ultimo, indispensabile per indurre l’arbitro a sventolare il rosso diretto in faccia al difensore e che l’altra sera non c’era perché Giovinco riceve il pallone con le spalle alla porta, perché nel momento in cui subisce il fallo non ha il pieno controllo del pallone (anzi, sta lottando con Benatia per conquistarlo) e perché, se anche fosse riuscito a conquistarlo, è tutto da dimostrare che poi il difensore della Roma non sarebbe riuscito a recuperare la posizione per impedirgli di andare in gol. Poi il secondo caso. Ci riferiamo al gol annullato a Peluso per la segnalazione dell’assistente Manganelli sul cross di Isla. Il segnalinee indica all’arbitro che la parabola molto arcuata del passaggio ha portato fuori dalla linea di fondo il pallone ben prima che Peluso lo colpisca per spedirlo in porta. Dunque la rete viene segnata a gioco fermo. Conte e gli juventini, però, contestano la valutazione di Manganelli, dicendo che il cross è partito da almeno due metri dentro al campo e che, prendendo come metro di paragone il palo della porta di De Sanctis, si vede che il pallone non è uscito sul fondo nel corso della sua traiettoria.