IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il pugno a Icardi durante Roma- Inter è sfuggito all'arbitro Bergonzi ma non alle telecamere. De Rossi rischia tre giornate di squalifica (oltre ad una multa da parte del club di 150mila euro, il 30% dello stipendio mensile). Il codice di giustizia sportiva, nel merito, non lascia spazio ad interpretazioni. Secondo l’articolo 35 comma1.3 «limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva (…) non visti dall’arbitro, che di conseguenza non ha potuto prendere decisioni al riguardo, il Procuratore federale fa pervenire al Giudice sportivo nazionale riservata segnalazione entro le ore 16 del giorno feriale successivo a quello della gara». A questo punto Tosel deve valutare, dopo aver visionato le immagini, se ci sono i due requisiti per far scattare la norma: 1) mancata visione dell’episodio da parte dell’arbitro 2) condotta violenta. Se entrambi vengono rinvenuti, entra in gioco l’articolo 19, comma quattro, che prevede diverse tipologie di sanzione: «a) due giornate in caso di condotta gravemente antisportiva (…) b) tre giornate o a tempo determinato in caso di condotta violenta nei confronti di calciatori o altre persone presenti c) cinque giornate o a tempo determinato in caso di particolare gravità della condotta violenta di cui alla lettera b) d) otto giornate o a tempo determinato in caso di condotta violenta nei confronti degli ufficiali di gara». Il caso di De Rossi dovrebbe essere classificato alla lettera b. Tre giornate di squalifica a meno che Tosel declassi la condotta a «gravemente antisportiva» (in questo caso sarebbero due). Poco importa ai fini della sanzione, invece, il fatto che il centrocampista avesse sabato i gradi di capitano (rischia una multa) e che non sia nuovo ad episodi del genere: pugno a Mauri nel derby (novembre 2012), colpo rifilato a Srna (Shaktar) in Champions (febbraio 2011), gomitata a Bentivoglio (Bari) nel maggio 2011 e quella a McBride in Italia- Usa (Mondiali 2006).
OUT IN AZZURRO Nei tre casi accaduti col club, Daniele venne poi escluso dalle convocazioni con la Nazionale azzurra. Situazione che si è ripetuta anche stavolta – nonostante con il segretario della Figc, Vladovich, il centrocampista si sia giustificato parlando di fallo di gioco - in occasione dell’amichevole contro la Spagna di mercoledì, previa applicazione del codice etico. Decisione, quella di Prandelli, che ha indispettito laRomavisto che il ct ha deciso prima del giudice sportivo, indirizzando inevitabilmente il suo operato. Ora, nel caso di ricorso, l’appiglio sul quale potrebbero far leva i legali giallorossi è la mancanza del requisito del gesto violento. Per intenderci: è stata una ‘manata’ fortuita oppure un pugno teso a colpire volontariamente il calciatore avversario (Icardi sul suo profilo Twitter ha postato la foto del pugno)? E paradossalmente, anche se il colpo fosse volontario, ha il requisito della violenza? In quest’ottica: come mai l’argentino non protesta?