REPUBBLICA.IT (M. MAURO) - Mi ha stupito il comportamento Rizzoli in Sassuolo-Roma, l’arbitro italiano più bravo che andrà ai mondiali: aveva deciso che il fallo di Benatia su Sansone non era da rigore, aveva ragione e non doveva farsi condizionare dall’arbitro di porta che comunque non doveva mettere in dubbio l’operato di Rizzoli, piazzato meglio di lui. Cinque minuti di confusione per un episodio veramente raro sui campi di calcio ma che può servire ad analizzare alcune questioni importanti tecniche e di comportamento.
1) Il primo è che gli assistenti non dovrebbero mai mettere in difficoltà l’arbitro. Intervenire prima che venga presa una decisione se si pensa di essere meglio piazzati, ma mai intervenire per sconfessare una decisione già presa, come nel caso del fallo da rigore in Sassuolo-Roma.
2) L’episodio conferma quello che ho sempre pensato: la moviola in campo è inutile. Nessuno strumento tecnologico potrà mai chiarire la “profondità” di una spinta o di un intervento sulle gambe. Solo Rizzoli poteva capire se la spinta di Benatia potesse far cadere Sansone e infatti quando il giocatore ha detto di essere scivolato per quella spinta, l’arbitro ha deciso di tornare sui suoi passi e non dare il rigore perchè aveva giudicato quella spinta non così forte da poter far cadere l’attaccante. Eppure l’azione vista e rivista in tv sembrava dimostrare il contrario, anzi le immagini facevano vedere un contatto tra le gambe dei due giocatori che non c’è mai stato. (...)
3) L’aspetto morale dell’episodio. Io ammiro Sansone che racconta all’arbitro l’esatta versione dell’episodio e lo aiuta a decidere. Non so se lo ha fatto per onestà o per ingenuità, mi interessa solo che lo abbia fatto, che abbia raccontato la verità, confermata anche da Benatia. Sansone deve essere orgoglioso anche se quell’episodio potrebbe essere costato la sconfitta ad un Sassuolo in lotta per non retrocedere. L’onestà paga sempre. (...)
4) Mi dispiace, invece, che Di Francesco a fine partita non abbia accettato quell’episodio e nonostante l’evidenza che non ci fosse rigore, abbia contestato la decisione, giusta, di Rizzoli. In Italia purtroppo manca ancora la cultura della sconfitta. Comunque è meglio vincere o pareggiare anche per un errore. Un atteggiamento purtroppo diffuso tra allenatori e dirigenti del nostro calcio. La colpa delle sconfitte è sempre degli altri o degli episodi. Vorrei chiedere a Di Francesco: la sconfitta con la Roma è più figlia dell’errore di Rizzoli o di quello di Missiroli?