LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Poco convinto per la verità, perché da qualche parte la palla ancora rimbalza e scivola, De Marco manda tutti a casa. Roma-Parma è durata 11 minuti. Quello che s’era visto fino a quel momento non era calcio. Ma s’è visto di peggio. La regola internazionale sull’impraticabilità implica una forte discrezionalità da parte dell’arbitro: decine di partite sono terminate in condizioni anche più estreme. «Non si può giocare, così ci facciamo male », urlava Garcia mentre Torosidis gli dava una mano cercando, unico al mondo, la penetrazione palla a terra in una palude. Più composto, Donadoni si limitava a scuotere la testa. De Sanctis ha pensato alla Juve: «Perché dovrei giocarmi lo scudetto su un campo del genere?». Non potendo fare altro la Roma si tiene stretti questi dieci minuti di nulla essendo essi sufficienti a far scontare a Nainggolan la squalifica, a lasciare in diffida Florenzi, Pjanic e Maicon (ottica derby), a mantenere il Napoli comunque a 6 punti e a non sprecare energie per la semifinale di Coppa di mercoledì sera. Tutti d’accordo a fine giornata: «Era impossibile continuare », dicono i rispettivi staff. C’è il problema di quando recuperare gli ottanta minuti o poco meno di match. In Lega decidono oggi. Si stava riflettendo ufficiosamente su mercoledì 19 (la Roma gioca il 16 in posticipo contro la Samp e il 22 in anticipo col Bologna, mentre il 12 c’è ritorno di Coppa Italia). Ma il 20 sera all’Olimpico c’è la Lazio in Europa League: quindi è un’ipotesi da scartare. Visti gli intrecci col rugby e Prandelli (Spagna-Italia) si potrebbe slittare al 12 o al 19 marzo. Se non oltre.
Roma-Parma 10’ nel pantano: stop e rinvio
03/02/2014 alle 09:52.