CORSERA (G. PIACENTINI) - Roma-Inter si giocherà con tre settori dello stadio «squalificati ». Lo ha confermato ieri l’Alta Corte del Coni, che ha respinto il ricorso della Roma contro la chiusura di entrambe le curve dell’Olimpico e l’istanza cautelare d’urgenza con cui la società chiedeva la sospensione della chiusura dei distinti Sud. Un doppio no che, in qualche modo, era stato messo in preventivo dalla Roma. La Corte ha rigettato le richieste di ottenere «la sospensione dell’esecuzione, l’annullamento e comunque la riforma/revisione della decisione con cui il Giudice Sportivo aveva comminato alla società l’ammenda di euro 50.000, con l’obbligo di disputare una gara con i settori curva Sud e curva Nord privi di spettatori».
L’unica (piccola) vittoria ottenuta dalla Roma è che l’Alta Corte, presieduta dall’ex ministro Frattini, ha chiesto un intervento della Giunta del Coni per valutare la congruità delle sanzioni sulla discriminazione territoriale. Il presidente della Giunta è Giovanni Malagò, rientrato ieri da Sochi, che nei giorni scorsi aveva lanciato dei segnali, definendo «ingestibile » la situazione che si sta creando intorno alla norma e invitando «coloro che hanno voce in capitolo a discuterne e studiare una soluzione a un problema ormai diventato imbarazzante».
È la certificazione che la norma, così come è, va cambiata: è il pensiero di tutte le società di serie A, che però si scontra con quello dei vertici federali. Il passo indietro ci sarà, probabilmente al termine del campionato, ma nel frattempo la Roma e i suoi tifosi sono costretti ad incassare un doppio rifiuto, che costringerà gli uomini di Rudi Garcia a giocare quasi in trasferta, sabato sera, contro l’Inter. Particolarmente beffarda la mancata sospensione della squalifica dei distinti Sud: l’Alta Corte del Coni ha infatti rimandato al 24 marzo prossimo la discussione del merito della vicenda. Quel giorno, però, la Roma avrà già scontato la pena.