GASPORT (B. TUCCI) - Riflettendo sul derby si può parlare di un sentimento diffuso: il timore. Ma che cos’è il timore? Vediamo che cosa risponde il vocabolario del Devoto: «E’ uno stato d’animo ansioso di chi considera la possibilità di un evento spiacevole». E’ proprio il “male oscuro” di cui soffrono i tifosi (romanisti e laziali) in queste ore di vigilia. Oggi si gioca Roma-Lazio, ma da quanto tempo se ne parla, magari di nascosto degli avversari? I fans giallorossi tremano al solo sentire il sostantivo sconfitta. Sarebbe terribile. Vorrebbe dire abbandonare ancora per quest’anno il sogno dello scudetto a cui ancora credono. Lo sanno che è una partita difficile, che la Lazio ha ripreso a camminare, che Reja è riuscito a dare ai suoi ragazzi una spinta nuova. E non serve a nulla il fatto di essere favoriti, di saper giocare in maniera piacevole e spettacolare. Semmai, è vero il contrario, perché in un derby chi vince sulla carta (alla vigilia) spesso e volentieri cede sul campo i tre punti. Sull’altra sponda, ecco i laziali che, delusi da una squadra che Petkovic aveva portato alla deriva, sperano di ritrovare gioia e spensieratezza se oggi dovesse succedere quel che sognano: battere i cugini ed eliminarli praticamente dalla lotta per la conquista dello scudetto. La rabbia per una campagna acquisti sbagliata e per la cessione di Hernanes deve essere repressa. Stop alle polemiche, alle discussioni, alle proteste contro Lotito. Adesso si pensi al derby nel ricordo di quel 26 maggio quando la Roma fu sconfitta e la Lazio conquistò la Coppa Italia. Bello, però la paura serpeggia e torna ad affiorare quel sentiment o che genera il timore. Chi vincerà? Nessuno risponde. La parola spetta al campo. L’Olimpico ci regalerà una meravigliosa giornata di calcio? E’ l’augurio di tutti.