GASPORT (L. GARLANDO) - La sensazione più netta là in alto è che il Napoli non abbia fatto abbastanza per avvicinarsi a Juve e Roma e per tenersi dietro la Fiorentina. Delle prime tre, la squadra di Benitez era quella che più aveva bisogno di completarsi. Ha trovato una buona risposta ai problemi d’impostazione con Jorginho che ha convinto subito, ma troppe sono le incognite che avvolgono il centrale difensivo Henrique, tornato in Brasile dopo un’esperienza europea non indimenticabile, e l’esterno franco- algerino, Ghoulam, un gol in carriera. Serviva stoffa più affine a quella di Higuain, giocatori di maggiore qualità e affidabilità, per lanciare definitivamente la sfida scudetto, dopo le buone cose d’inizio stagione. La Juve, già attrezzatissima, si è regalata un nazionale (Osvaldo) come opzione offensiva. La Roma si è rafforzata con Nainggolan, già inserito bene e con Bastos, fedelissimo di Garcia. Intrigante la scommessa sulla manciata di giovanissimi, da Berisha a Toloi, che promette futuro. La Fiorentina, che ha già trovato i nuovi gol di Matri, in attesa di quelli di Gomez, e ha arricchito anche gli altri reparti (Diakité, Anderson), ora mette nel mirino il Napoli.
Milano reagisce In zona Europa League, Milan e Inter, frustate da un inizio di stagione disastroso, finalmente vincono qualcosa: sono quelle che più hanno migliorato l’organico. Seedorf con uno specialista del centrocampo a 2 (Essien) e con un eterno di ruolo, anche se enigmatico (Taarabt), e con il talento offensivo di Honda, può armare in modo molto più razionale il suo caro 4-2-3-1. Serviva però molto più di Rami per cementare il museo degli orrori difensivi. Con Hernanes, l’Inter finalmente immette qualità in una delle mediane più tristi del torneo. Si chiama Profeta, ma non può fare miracoli. Tocca a Mazzarri trovargli la giusta collocazione, senza perdere equilibri né castrare la crescita di un talento come Kovacic. E poi va recuperato Guarin. Non facile. Però serviva altro in attacco, dati Milito in flessione e Palacio comprensibilmente stanco. D’Ambrosio offre nuova spinta in fascia dove Jonathan, altro che ha tirato la carretta, appare spompo. Torino e Parma, meglio progettate delle milanesi, hanno mantenuto l’assetto che le ha rese finora protagoniste. Intelligente il ringiovamento granata (Tachtsidis, Kurtic, Vesovic, Colombi...), operato grazie alle cessioni di D’Ambrosio e Brighi. Per Lazio e Verona difficile sostituire le idee di Hernanes e Jorginho ed evitare un ridimensionamento.
Cagliari flop Nella porzione di purgatorio più vicina all’inferno inquieta il Cagliari: ha sostituito l’uomo squadra Nainggolan con l’uruguaiano Vecino che ha giocato 144 minuti nella Fiorentina; ha preso Tabanelli dalla B, ma per girarlo al Leeds, prossimo giocattolo di Cellino, pare. Il triangolo Dessena, Conti, Ekdal, che lavora duro, non ha ricambi. Il brasiliano Adryan, 19 anni, ha ancora il grembiule di scuola. L’asticella salvezza si è alzata.
Sassuolo da gol Sul fondo spicca il cambio di rotta del Sassuolo che ha deciso di affidarsi ad esperti di categoria dopo aver puntato forte su uomini e idee della promozione: Floccari, Sansone, Brighi, Manfredini, Cannavaro... Sansone, Floccari, Berardi, i gol per risalire, il tridente della speranza che la concorrenza guarda con preoccupazione.