GASPORT (F. CENITI) - «Non è stata una giornata positiva per gli arbitri, ma il mondo del calcio deve mantenere la serenità». Le parole pronunciate martedì da Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, sono servite a poco. Febbraio è statisticamente da sempre il mese più complicato della stagione arbitrale: le sviste in questo periodo hanno un effetto domino. Appena una società alza la voce, state sicuri che le altre faranno lo stesso al minimo episodio dubbio. Nel mirino di alcuni club, della critica e dei tifosi sono finiti vertici e direttori di gara: Marcello Nicchi in qualità di numero uno dell’Aia, Stefano Braschi nel ruolo di designatore della Can A e a cascata i 21 uomini della sua squadra. Nella foga molti si sono dimenticati di un particolare non secondario: il 2014 non sarà un anno qualunque per gli arbitri perché da giugno ci sarà una rivoluzione nei quadri tecnici (leggi allenatori). Attenzione, le novità non sono dovute alle polemiche recenti, ma forse per cercare di svelenire il clima(come auspicato dalla Figc) l’Aia potrebbe svelare in anticipo le decisioni. Insomma, giocare a carte scoperte in modo da permettere «agli attori protagonisti del calcio» (copyright del patron interista Thohir) di farsi un’idea dei lavori in corso. E magari iniziare a collaborare per porre le basi a un quadriennio (tanto deve durare un progetto credibile) innovativo sotto tutti i punti di vista, a iniziare dalla comunicazione.
In arrivo Rosetti Il discorso può sembrare astratto, ma basta fare nomi e cognomi è diventa concreto. Punto primo: Stefano Braschi è a fine corsa, da giugno non sarà più il designatore. Accade questo perché il regolamento pone nei 4 anni il limite massimo per quel ruolo. In linea teorica si poteva pensare a una deroga, ma Nicchi qualche settimana fa è stato categorico: «Braschi ha fatto bene, ma noi siamo uomini di regole e le rispettiamo». Quindi dallo scorso gennaio gli arbitri sanno che ci sarà qualcun’altro a guidarli da luglio (raduno a Sportilia previsto a inizio agosto). Questa vacatio virtuale non è un dramma in un momento normale, ma con le tensioni alle stelle può portare a frizioni. E’ soprattutto una questione psicologica, molto importante per la serenità di chi scende in campo. Non è che l’Aia stia aspettando l’estate per muoversi. Nicchi sta già valutando le ipotesi per il dopo Braschi. Sono tre i papabili: in pole c’è Roberto Rosetti, poi Stefano Farina e Domenico Messina. Il primo sarebbe la soluzione più gradita alla Figc e anche agli arbitri. E nello stesso tempo darebbe risposte alle società che chiedono con insistenza un maggiore dialogo e un cambio di atteggiamento nei rapporti istituzionali. Rosetti ha nel Dna proprio queste caratteristiche oltre a una esperienza internazionale importante: è stato presidente degli arbitri russi fino a dicembre, quando si è dimesso per motivi familiari. Il suo lavoro (due anni e mezzo) è stato apprezzato da tutti, compreso Pierluigi Collina, designatore Uefa. Non è un mistero che il viareggino stimi Rosetti: la prova più evidente è la finale di Euro 2008 data al fischietto torinese proprio per le buone parole da lui spese quando era «solo» designatore italiano e consulente di Platini. Non solo, la scelta di Rosetti sarebbe una medaglia al petto anche per Nicchi: è stato proprio l’attuale presidente dell’Aia a convincerlo nel 2010 ad abbandonare i campi dopo il Mondiale per intraprendere l’avventura dall’altra parte della barricata. E’ stato Nicchi a metterlo alla Can B, individuandolo come successore di Braschi. Ora quel processo può essere completato. Certo, qualcuno potrebbe obiettare ricordando le dimissioni di Rosetti e l’addio all’Italia per seguire le sirene russe, ma sarebbe un discorso provinciale: l’esperienza estera semmai ha rafforzato l’immagine di Rosetti. Questo è l’aspetto che dovrebbe più interessare all’Aia unito al fatto che il torinese sa essere designatore e manager nello stesso tempo. Per informazioni basta chiedere al presidente Abodi e ai club di B. Vi diranno che una eventuale gestione Rosetti sarebbe all’insegna del dialogo continuo. Ci sono poi gli arbitri: ritroverebbero come capo un punto di riferimento riconosciuto e apprezzato anche dai più giovani (Massa, Guida e Doveri, ad esempio, arrivano da quel vivaio). E ritroverebbero metodi di allenamento e gestione tecnica molto simili a quelli di Collina: un altro vantaggio per gli attuali internazionali e chi lavora per diventarlo.
Le alternative Ecco perché la candidatura Rosetti è molto più forte rispetto a Farina (attuale designatore della Lega Pro) e Messina (alla Can B). Il primo potrebbe continuare la sua crescita verso la poltrona più importante passando alla B, mentre il secondo potrebbe fare parte della squadra di Rosetti come vice (lo è gia stato nel 2010) oppure ripartire dalla Lega Pro (dei tre è quello con meno esperienza). Questo è lo scenario, ma forse un cambiamento così radicale non può essere rimandato a giugno. Forse l’Aia potrebbe anticipare i tempi dell’annuncio, così come fanno i club con gli allenatori. Svelare nelle prossime settimane il nome del nuovo designatore, chiunque sia, gli darebbe l’opportunità di pianificare da subito la nuova stagione (andando a vedere partite, parlando con le istituzioni, ascoltando gli arbitri) e toglierebbe benzina ai piromani. Perché non dare una risposta concreta a chi accusa l’Aia di essere arrogante e chiusa in una torre d’avorio con una bella dimostrazione di trasparenza? Collina a Coverciano Nell’attesa di capire chi prenderà il posto di Braschi, la stagione va avanti. E domani a Coverciano ci sarà una importante riunione tra tutti gli organi tecnici italiani e Pierluigi Collina. La data era stata fissata da tempo, ma l’arrivo del designatore Uefa coincide con una settimana rovente. Non è escluso che a margine di interpretazioni e direttive sulle regole (spesso ignorate da calciatori e tecnici) si parli proprio del futuro.