IL TEMPO.IT (E. MENGHI) - Garcia stacca la spina dal campionato e preferisce non parlare di rivincita per la gara di Coppa di domani sera: «Ѐ soprattutto una gara che apre alla semifinale, è quello che importa. Solo una squadra si qualificherà e dobbiamo fare in modo che sia la Roma. Ѐ una gara totalmente differente, questa è una partita secca. Non voglio parlare della sconfitta di Torino, è passata. Abbiamo risposto bene, la verità viene dal campo. Questa è la gara più importante della settimana, non della stagione».
Il nuovo acquisto Bastos ha avuto un problema al braccio a dicembre, «ma è guarito», assicura Garcia, che però non lo avrà a disposizione domani sera: «Deve lavorare, anche per trovare la forza adeguata per giocare. Può allenarsi. Il suo arrivo, come quello di Nainggolan, migliora la Roma: speriamo almeno di fare gli stessi risultati dellandata, magari qualcosa in più». Il belga, invece, potrebbe togliere spazio a Pjanic, il centrocampista che il tecnico francese è riuscito a trattenere lestate scorsa e proverà a fare lo stesso da giugno in poi: «Io so solo una cosa: è arrivato Nainggolan ed è partito Bradley, abbiamo cinque giocatori forti a centrocampo e spero di giocare presto due partite in più. Prendere Nainggolan non vuol dire che andrà via Pjanic, ci serviranno tutti se giocheremo in Europa». Per ora se lo tiene stretto e, proprio allo Stadium il 5 gennaio scorso, era stato Miralem laddetto alla marcatura su Pirlo: «Non possiamo pensare di gestire soltanto lui, il pericolo può arrivare da tutte le parti. Ma vale lo stesso per loro. Pirlo è un grande, un fuoriclasse, se gioca meno bene, meglio per noi. Ma dobbiamo fare il nostro gioco: cinici ed efficaci, spero di aver tenuto da parte qualche gol per questa gara. Se fosse così, tutto perdonato per la gara di Torino». Allora un po di rivincita cè e alla fine lo ammette anche Garcia. Se Conte farà turnover, lex Lille schiererà i migliori: «Sarà una Roma per andare in semifinale». E stavolta non svela nemmeno il nome del portiere: dovrebbe toccare a De Sanctis, che in campionato non subisce un vero tiro da due partite intere, e non a Skorupski che aveva esordito in Coppa con la Sampdoria e sperava di ritagliarsi uno spazio in questa competizione. Ma le gerarchie possono rompersi se di mezzo cè la squadra più forte in Italia, anche se si tratta di un quarto di finale e non della corsa scudetto.