IL TEMPO (E. MENGHI) - De Sanctis fa molto più di metterci la faccia dopo la prima dura sconfitta dellera Garcia. Il portiere che da quando questestate ha indossato la maglia giallorossa non aveva mai preso tre gol tutti in una sera ribadisce con ancor più potenza comunicativa quanto detto prima di mettere piede allo Stadium: «Cosha la
Prima o dopo la sconfitta non cambia, lui dice tutto, senza peli sulla lingua. Il sistema di cui parla coinvolge giocatori, giornalisti, tifosi, nessuno escluso: chi va a Torino perde lo spirito battagliero e si lascia annichilire. Come ha fatto la Roma ieri sera. De Sanctis analizza con lucidità la gara: «Nel primo tempo abbiamo fatto unottima partita, peccato che nellunica vera situazione pericolosa per la Juventus abbiamo subito gol. Nel secondo tempo abbiamo fatto confusione e non siamo stati lucidi sulle palle inattive. Le espulsioni hanno poi determinato un risultato esagerato nelle proporzioni». Sul secondo gol Castan si lascia sfuggire Bonucci, che si presenta tutto solo davanti a un De Sanctis inerme: «Purtroppo cè stata una disattenzione, abbiamo perso la marcatura. Per me la situazione è abbastanza chiara, ma bisogna anche dire che cè stato un movimento brillante di Bonucci». Dice «noi», perché addossare le responsabilità su un singolo non è cosa da lui: «Non si tratta di dare le colpe, in questa partita non ho potuto metterci una pezza, però è un peccato e un grosso rammarico, perché subire gol allinizio del secondo tempo ha messo la partita in condizioni proibitive per ottenere risultato».
Adesso prevale un senso di rivalsa, di riconquista: «Ci sarà sicuramente la partita dell11 maggio, quella di ritorno allOlimpico, e noi auspichiamo anche che giovedì sera battendo la Sampdoria potremmo avere unaltra opportunità in Coppa Italia contro i bianconeri ai quarti. Vogliamo averla. Perché su una cosa hanno ragione quelli della Juve: alla fine conta il campo e noi lì vogliamo batterci». Per De Sanctis la sconfitta è già alle spalle, vuole solo cancellarla con una prova migliore in futuro, dimostrando il valore sul rettangolo verde e non solo a parole.