"Allo stadio con la mazza", la gaffe del prefetto ultrà

11/01/2014 alle 11:12.

IL FATTO QUOTIDIANO (M. LONGO) - Ora prova a scusarsi, parlando di “battuta inopportuna”. Ma la frase “vado allo stadio con una mazza”, pronunciata dal neoprefetto di Vicenza Eugenio Soldà è diventata un caso politico. Tutto è cominciato così: dopo un incontro con i rappresentanti delle forze dell’ordine, Soldà si ferma con i giornalisti. Parla dei problemi della città

E DIRE che il prefetto si è appena insediato. Il governo lo ha nominato il 17 dicembre, ma di fatto Soldà è in servizio dal 30. Prima di trasferirsi a Vicenza era a . Appesa a un parete del suo vecchio studio c’era la maglietta autografata del capitano della Roma, . In un’intervista rilasciata prima di Natale al Giornale di Vicenza ha raccontato il suo amore per il pallone: “Nella vita si può cambiare moglie, credo politico, ma la squadra di calcio no. Sono romanista con il cuore, con l’anima. Lo sono fin da bambino”. Soldà è nato e cresciuto nella capitale, dove ha cominciato la carriera nell’amministrazione pubblica, dopo una laurea in Giurisprudenza alla Sapienza. 

SUL CURRICULUM si legge che è stato nella segreteria particolare dei ministri Oscar Luigi Scalfaro, Amintore Fanfani, Antonio Gava e Vincenzo Scotti. Radici antiche lo legano al Veneto: la sua famiglia è originaria di San Biagio di Callalta, nel trevigiano. Ora lavora a Vicenza, dove promette di trasferire anche la maglia originale di , ma è già stato viceprefetto a Padova dal 2007 al 2009. Il rapporto con la comunità veneta, però, rischia di incrinarsi prima ancora di cominciare il nuovo capitolo della sua carriera. Dopo Fontana, ieri nuove proteste dalla Lega, con l’eurodeputata vicentina Mara Bizzotto: “Un’offesa pesante ed intollerabile, un prefetto non può e non deve esprimersi in quel modo per nessuna ragione al mondo, battuta o non battuta. Farebbe bene a chiedere scusa e fare subito un passo indietro”. Le scuse ufficiali del prefetto arrivano in serata: “Un’inopportuna, superficiale e infelice battuta. Non intendevo offendere alcuno, non solo per la consapevolezza della sensibilità delle tifoserie, ma soprattutto perché ritengo che lo svolgimento degli incontri sportivi costituisca uno dei momenti nei quali vanno affermati i valori del reciproco confronto, della lealtà e della correttezza”. Il sindaco di Verona Flavio Tosi, fedele tifoso dell’Hellas, ha preferito rimanere in silenzio.