Roma-Juve senza fine. Lo sfottò va in rete

23/01/2014 alle 10:08.
antonio_conte

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Passano dieci, quindici minuti dal triplice fischio di Tagliavento, apri una pagina di o di e compare una foto di travestito da Gervinho o qualche pensierino semiserio sulla partita. Basta poco: un tweet, un fotomontaggio, due parole e via. Tutti pronti per la condivisione o il ritweet, così si dice, no? È la new age della comunicazione, che diventa arte. L’arte in un graffio, in un’immagine, appunto, in un tweet. La guardi, sorridi. Chi la subisce ne viene colpito ma non dovrebbe offendersi (si spera, almeno). È una satira metropolitana, figlia dei social. Ti raggiunge ovunque tu sia. Roma è fatta così, c’è chi si farebbe ammazzare per una battuta. Una volta c’erano gli striscioni, che trovavi negli stadi e che rappresentavano gruppi di tifosi, ora ognuno può scrivere il suo e mostrarlo al mondo. L’ispirazione di chi è martello colpisce forte. La in questo caso è la vittima, l’incudine. il suo primo rappresentate, come lo è stato dopo il pomeriggio nevoso di Istanbul in . In principio fu Maurizio Crozza, agghiaccianteee. Il grimaldello è Gervinho, stramba figura e straordinario personaggio, una specie di cartone animato vivente, oltreché calciatore letale. Si apre il mondo del web, i fiumi di parole diventano uno spettacolo a cielo aperto.Meraviglioso.

I BERSAGLI PREFERITI È una giornata in cui diventa pure simpatico. Dice che il gol di Peluso era regolare? Ecco pronta la foto con la riga di fondo fasulla che garantisce al pallone di essere comunque dentro. Oppure c’è la risposta sarcastica: «La linea di fondo alla fine aveva il riporto alla ». Benissimo. Il tecnico della sostiene che doveva essere espulso? Ecco un tweet di rimbalzo: «Tagliavento voleva dare il rosso a , poi Thohir ha bloccato tutto», così, tanto per non infilare il coltello nella piaga Vucinic-Guarin. Simpatico pure il volto del tecnico della in tanti fake. Ce n’è uno in cui appare con un filo calvo che divide le due ciocche di capelli, accompagnato dalla frase di rivisitata per l’occasione: «Abbiamo rimesso la riga al centro della testa». Appunto. C’è da dire, per la verità, che in alcuni scritti la riga diventa «dito» e il centro della testa diventa un qualcosa che non si può riportare. Volgare, sì. C’è anche questo, maè più dilagante l’ironia.

IL PASSA FOTO Roma- diventa un cult da web. Come non si fa a sorridere quando apri whatsapp e ti compare la foto di Giovinco con il viso di Gervinho sullo sfondo e il fumetto dello juventino che recita così: «Aveva ragione mamma quando mi diceva mangia altrimenti viene l’uomo nero». E l’uomo nero è arrivato, con quel colpo da kung fu che, in un’altra foto molto gettonata, gli fa saltare a un improbabile parrucchino dalla testa e sopra la frase cult, «abbiamo rimesso la pelata al centro della testa». E così via. Fino a scomodare Flavio Briatore, con il suo ormai celebre tormentone del «sei fuori», riferito stavolta al solito , con lo sfondo dell’Olimpico giallorosso. Sei fuori dalla Coppa Italia, vaglielo pure a ricordare. Passi la giornata a raccogliere messaggi e fotografie, come fossero auguri di Natale, pronti a essere girati. Leggi, sorridi, rilanci. E pensi al giorno in cui sarai incudine. Ma il bello è non subire mai, anche quando sei a terra, come è successo ai romanisti dopo aver perso la finale di Coppa Italia contro la Lazio. Rispondere sempre, così. È l’unico modo per non perdere mai. E, oggi come oggi, anche un po’ a sopravvivere.