James Pallotta per vedere una partita dal vivo deve prendere un aereo e riempire il tempo con incontri daffari, consultazione di scartoffie, trattative educate, informali cene di lavoro.
Pallotta intende dare il benvenuto ai capitali che si spera arrivino da Chen Feng e dal potente gruppo Hna. Anzi, lo innervosisce lidea che laffare possa non concretizzarsi. Perché la Roma ha bisogno di denaro nuovo per realizzare i propri progetti, dal rafforzamento dela rosa allo stadio.
Dallaltra parte il bostoniano non ha intenzione di spalancare le porte della Roma a soci più forti di lui. Vuole invece mantenere il controllo della società, almeno fino a quando il marchio sarà abbastanza appetibile da consentirgli di rivenderla con profitto. E questo prevedibilmente non accadrà prima di quattro o cinque anni. Lidea di Pallotta potrebbe essere quella di comprare da Unicredit un altro 20% di azioni, con i cinesi che versano tutto quello che ritengono opportuno - diciamo 50 milioni - nella Roma, o meglio nella holding Neep che controlla la squadra. Così la banca porterebbe via i suoi 30-40 milioni, Pallotta resterebbe in cima allorganigramma e i cinesi oltre a risparmiare sarebbero invogliati a spendere qualche dollaro in più direttamente nella società. Può essere unidea. Più che Pallotta e il vicedirettore generale di Unicredit, Paolo Fiorentino, che sincontreranno domani sera alla festa sociale del Macro Testaccio, ne discuteranno nella medesima giornata i legali delle parti. Mentre il presidente sarà impegnato a descrivere al sindaco Marino il progetto del nuovo stadio.
(corsport)