REPUBBLICA.IT (F.BIANCHI) - Delusi dall'emendamento del governo sugli stadi, ecco che i presidenti di serie A si consolano con il regalo di Natale dei diritti tv; oggi a Milano l'assemblea ha approvato l'accordo con l'advisor Infront, un minimo garantito di 5,9 miliardi di euro per sei anni (dal 2015 al 2021).
Ottimo il lavoro fatto da Andrea Agnelli e Claudio Lotito, designati dall'assemblea a trattare con l'advisor. Quella che era definita la "strana coppia", molto spesso su fronti apposti, ha lavorato nell'interesse di tutti i club, non solo dei più forti. E questo, in Lega, è sicuramente un ottimo segnale. Agnelli ha spiegato: ''Se si pensa a quelli che erano i termini dell'accordo che ci erano stati proposti dall'advisor nel mese di agosto e a quello che abbiamo raggiunto oggi, è sicuramente un risultato molto soddisfacente per la Lega. Questo accordo non soddisfa appieno però una società come la Juve, ma dobbiamo essere altrettanto consci che per raggiungere il consenso bisogna pensare agli interessi di tutti quanti e l'operazione di trattativa che è stata portata avanti da me e dal presidente Lotito è stata molto costruttiva.Sono particolarmente grato al presidente della Lazio col quale c'è stata subito unità d'intenti per creare maggior valore''.
La Juve non è soddisfatta, perché? ''L'accordo avrebbe potuto dare maggiore aggressività, avrebbe potuto portare risultati migliori, però quando uno cerca di interpretare il consenso generale, deve interpretare anche le esigenze di società che hanno sicuramente maggior bisogno di noi di garanzie nel breve e nel medio periodo. L'auspicio mio personale - ha aggiunto - è che possa essere stato introdotto un nuovo metodo di lavoro che possa portare ad ulteriori riflessioni su vari temi importanti per il calcio italiano, come alcuni di quelli discussi in questo momento nella Legge di Stabilità, come gli impianti sportivi, la legge sul professionismo e altro''.
Sui diritti televisivi venduti all'estero, invece Agnelli ha precisato: ''Il valore aggiunto del nostro prodotto all'estero è il prodotto stesso. Siamo noi stessi, quindi, che dobbiamo migliorare il prodotto. Il nostro attuale distributore all'estero (Mp&Silva, ndr) - ci ha dato sempre certezze. Possiamo discutere sul valore. Ho avuto argomentazioni convincenti sia sul fatto che il valore potesse essere 150, sia sul fatto che potesse essere 400 milioni. Speriamo che il valore sia più alto possibile".