ILMESSAGGERO.IT (S. CARINA) - «Non mi sentivo quasi più quello che ero per i tifosi, la gente e i compagni. Facemmo un"amichevole a Terni ad agosto e mi trovai in difficoltà prima della partita.
ILMESSAGGERO.IT (S. CARINA) - «Non mi sentivo quasi più quello che ero per i tifosi, la gente e i compagni. Facemmo un"amichevole a Terni ad agosto e mi trovai in difficoltà prima della partita. Non sapevo perchè andavo a giocare, pensavo che quello che era successo due mesi prima fosse impossibile da cancellare. Le cose si riconquistano e quel gol a Livorno fu importante per il nostro inizio e una spinta anche per me, nonostante quel giorno già avevo deciso il mio futuro. Non pensavo di vincerle tutte ma avevo già inquadrato i miei compagni e il mio allenatore». Daniele De Rossi si confessa ai microfoni di Roma Channel.
Lo fa in modo semplice, spontaneo, di chi sembra raccontare le sue sensazioni ed emozioni ad un amico, incurante delle telecamere: «Questa è una città che tende a gonfiare un po tutto: quando vai bene, sei un eroe. Poi se sbagli una stagione, allimprovviso diventano cinque. Se hai un problema con un allenatore, diventa che hai avuto screzi con almeno 3-4 tecnici. Il problema di Roma è che si vive per il calcio e ne parlano tutti. Molte volte non trovano spazio persone che questo sport lo conoscono e altre invece, che magari non hanno mai dato un calcio al pallone, parlano dalla mattina alla sera per radio, tv ».
A San Siro, seppur non al meglio, sarà regolarmente in campo: «Fisicamente non è il mio miglior momento a causa del problema all"alluce del piede sinistro. Ma è una cosa che risolverò in breve tempo grazie al riposo. Non c"è bisogno di altro». Spende parole speciali per Garcia: «Rudi come Capello? I numeri li hanno avvicinati anche se per età sono diversi. Capello era più rigido, anche se io gli devo tantissimo. Garcia è più vicino ai giocatori: è forse il miglior tecnico che ho avuto nella gestione del gruppo, lallenatore perfetto per il momento storico che stavamo vivendo. Quello che si è creato, è anche figlio di quel 26 maggio».
Sibillino sugli arbitri «Qualcosa ci manca, anche se non possiamo lamentarci più di tanto. Altri sono stati un po più fortunati di noi ma aspettiamo fiduciosi, come dicono tutti, che alla fine dellanno tutto venga pareggiato» è chiaro sugli obiettivi stagionali: «Non ho mai creduto quando si diceva che bastava tornare in Europa League. Una squadra come la Roma deve andare in Champions. E" chiaro che se continui a vincere, ti guardi attorno. Io voglio riprendere la prima, poi vedremo. Se domani si giocasse Napoli-Juventus farei il tifo per i partenopei: non mi interessa chi sta dietro ».