LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) - Il calcio italiano reagisce, a modo suo: col catenaccio. Chiede cautela nei giudizi, solleva dubbi sullinchiesta legata al calcioscommesse. Cavalca, più o meno consapevolmente, lumore popolare, scaldato assai poco da unindagine penale che va ormai avanti da tre stagioni, si concluderà solo nel 2014 e nel frattempo ha già esaurito sei diversi processi sportivi, con una pioggia di condanne e squalifiche, mitigate solo dallo scontificio del Tnas.
Un affondo duro, quello del presidente federale. Che contesta anche luso spettacolare dei mezzi dindagine, «fanno parte del costume italico le perquisizioni alle sei di mattina, creano più traumi che opportunità. Noi ricordiamo quella a Criscito, prima dellEuropeo». Il difensore dello Zenit fu escluso dai convocati, al contrario di Bonucci, altro azzurro coinvolto: la Figc ha sempre motivato il trattamento diverso con il clamore della perquisizione subita dal primo e non dal secondo nella camera dalbergo di Coverciano. Poi, sul piano sportivo, Bonucci è stato prosciolto e Criscito neanche deferito.
Derogando alla sua proverbiale diplomazia, Abete passeggia sul cadavere del Tnas («Un organo di difficile comprensione, di regola larbitrato è alternativo ai gradi di giudizio») e spende parole di stima per Rino Gattuso: «Sono fiducioso che ne uscirà senza ombre, conoscendone lo stile e il comportamento non mi sembra possibile un suo coinvolgimento». Proprio liscrizione di Ringhio nel registro degli indagati ha mosso reazioni di solidarietà nel pallone italiano, da Zamparini («Gli darei il mio portafogli») a Oddo («Garantisco sulla sua integrità, lui non perderebbe neanche una partitella sotto casa»), passando per Cristiano Lucarelli, Marco Simone, Valerio Bertotto (oggi ct dellItalia di Lega Pro), fino, in serata, al presidente del Coni Giovanni Malagò («Credo ciecamente a cosa ha detto, voglio capire cosa cè dietro questa indagine »). Schierati tutti col giocatore più che con i magistrati, nonostante unindagine in corso.
E pure Franco Carraro, ex presidente federale e membro del Cio, detta questa linea: «Leggo sui giornali cose che mi ricordano la storia al lupo, al lupo. Ogni volta sembra ci siano sfracelli, restiamo tutti preoccupati e ansiosi, poi gli sviluppi non sono così grandi come gli annunci e su questo, da cittadino, un po di disagio lo provo. È preoccupante il fenomeno delle scommesse e va combattuto, ma cè una sproporzione fra leffetto annunciato e la situazione reale».