Alla Roma tutti Allegri grazie a Garcia

13/12/2013 alle 08:52.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - State Allegri, c’è Rudi Garcia. La Roma deve benedire quel «cenacolo milanese» - Sabatini dixit - in cui Galliani, a fine maggio, ha convinto il livornese a restare sulla panchina del Milan e stracciare il contratto già pronto con la Roma. Baldissoni e Zanzi avevano prenotato il volo per il giorno seguente, direzione Milano, dove si sarebbe dovuta apporre solo la firma sul triennale da circa 3 milioni netti a stagione.

Berlusconi in primis aveva dato l’affare per fatto, Pallotta era tornato negli States convinto di avere in mano Allegri, persino i «senatori» di Trigoria erano stati avvisati dalla società sulla scelta del nuovo allenatore. Non avevano fatto bene i conti con Max, uno capace di non presentarsi all’altare, figuriamoci alla firma di un contratto. Sembrava la fine del mondo per una Roma in piena tempesta post-derby e appena snobbata anche da Mazzarri. E invece quel jolly tenuto nel taschino era la carta giusta. , il terzo uomo, è diventato il primo. Senza i fallimenti dei due anni precedenti probabilmente avrebbe puntato direttamente su di lui. Lo ha cercato prima di Luis Enrique, ma la linea-Baldini ha prevalso. Come stava per accadere anche la scorsa estate: l’ex giallorosso è molto legato ad Allegri, anche se i contatti li ha tenuti aperti Massara, il vice di e compagno di Max ai tempi del . D’altronde sarebbe stata dura trattare per Baldini, visto che il procuratore del toscano di cognome fa «Moggi».

La coppia, comunque, non si è formata. Allegri è rimasto dove stava, Baldini se n’è tornato a Londra e si è preso la soddisfazione di scegliere l’allenatore e vincere la sua scommessa. «Non mi sono mai pentito di nulla nella mia vita» ha detto di recente il tecnico rossonero, che lunedì sfiderà la Roma con la testa all’insu: i 19 punti che la separano dal Milan dicono tutto sul campionato agli antipodi delle due squadre. Allegri non si pente, almeno dice, e può godersi ancora la a differenza dei colleghi di e . Ma ha in mano una squadra piena di contraddizioni, alle spalle una società in piena trasformazione, mentre a Trigoria avrebbe trovato un gruppo affamato e di suo gradimento. «Per me la Roma sarà la squadra più forte dei prossimi anni» confidava agli amici mentre stava preparando il trasloco. Aveva avallato l’acquisto di , consigliato di prendere Astori e e chiesto la conferma di che vedeva come regista perfetto nel suo . Non avrebbe portato Gervinho e chissà quale Roma sarebbe nata.

A Trigoria, ovviamente, sono felicissimi di aver preso il francese. Seguendo l’andamento della stagione milanista e le difficoltà di Allegri nel reggere la pressione - vedi la minaccia di dimissioni dopo la qualificazione ai preliminari di - qualcuno, col senno di poi, pensa pure che sarebbe stato un errore ingaggiare il livornese.

Adesso la preoccupazione è semmai sul futuro di , corteggiato dai grandi club. Oltre all’ipotesi-Psg, c’è la panchina della nazionale francese come pericolosa tentazione. La Roma è tutelata per il prossimo anno dal contratto di Rudi, ma sta già pensando a un prolungamento. Allegri, invece, va in scadenza con il Milan a giugno ed è in lizza per il posto di Prandelli in azzurro. Due potenziali ct di fronte lunedì a San Siro in una sfida inedita. Basta guardare la classifica.