Tra Unicredit e Hna la trattativa è ancora in corso

26/11/2013 alle 09:05.

IL MESSAGGERO (R. DIMITO) - Il negoziato tra Unicredit i cinesi di Hna va avanti ugualmente, nonostante la rumorosa e inspiegabile presa di posizione di domenica scorsa di James Pallotta. «Non c’è nessuna trattativa», ha tuonato all’improvviso il presidente della As Roma e leader della As Roma llc, che ha il 69% di

 
I PATTI - Avviata la trattativa, Unicredit avrebbe messo al corrente gli americani. E mercoledì 20 novembre ci sarebbe stata una conference call tra gli uomini di Pallotta e gli emissari del signor Feng. Sicuramente in quell’occasione non sarebbe stato raggiunto nessun accordo, ma le parti si sarebbero aggiornate a questa settimana per siglare un memorandum of understanding (accordo preliminare) delegato a Roberto Cappelli, avvocato di Unicredit e vicepresidente della Roma. Ma la levata di scudi di domenica potrebbe rallentare l’operazione. Anche se ieri i cinesi avrebbero fatto avere a Paolo Fiorentino, vice di Unicredit che ha la delega sul club, segnali di proseguire il negoziato. In base allo schema dell’operazione, Hna, tramite una controllata attiva in attività sportive, potrebe rilevare il 20% della quota di Unicredit che scenderebbe all’11%. Ma per beneficiare degli accordi di governance esistenti, cinesi e italiani metterebbero le rispettive quote in una newco che continuerebbe ad avere il 31% di Neep. Mister Feng verserebbe a Unicredit una cifra di circa 30 milioni e sarebbe disposto, come comunicato agli americani nella conference call della scorsa settimana, ad altri interventi: partecipare a un nuovo aumento di capitale immettendo 20-30 milioni freschi e investire liquidità per diventare sponsor della squadra guidata da . Sembra che gli americani si siano spaventati per le intenzioni manifestate dai cinesi di voler mettere altri soldi per far tornare Magica la società giallorossa. Naturalmente per realizzare l’operazione di ingresso in Neep bisogna rispettare il patti stipulati ad agosto 2011 che, all’art. 4, attribuiscono alla banca la facoltà di girare il 25% delle azioni di proprietà a un investitore in cambio di un posto in cda: con la cessione del 20% totale, quindi, ai cinesi spetterebbero tre posti.