CORSERA (F. DE ROSA) - Laffaire Unicredit-Feng rischia di finire in una bolla di sapone, proprio come lanno scorso con i cinesi che volevano lInter. Loperazione sfumò con i contratti già firmati per la mancata autorizzazione del governo cinese allinvestimento della China Railway Construction nel club nerazzurro. La
Anche se si tratta di imprese private, soprattutto quando sono di una certa dimensione, in Cina lo Stato resta sempre il «socio occulto» più importante. E per dare via libera (servono tre autorizzazioni) vuole sapere per filo e per segno tipo, scopo e soprattutto quanto rientrerà in Cina dellinvestimento. Stando a fonti cinesi non è semplice ottenere il nulla osta per entrare in una società calcistica. Ma è anche vero che il «virus Lippi» ha contagiato e invogliato molti cinesi a interessarsi di calcio e dunque potrebbe esserci qualche possibilità. Si tratta sempre e comunque di business e finora, almeno in Italia, gli investimenti sono andati esclusivamente allindustria manifatturiera. A quanto risulta linteresse di Feng è concreto, ma il manager avrebbe chiesto che lintera operazione gli venga finanziata. Più o meno quello che era successo allinizio tra Unicredit e Pallotta.
Dunque Feng non ci metterebbe del suo. Non è chiaro se questo aggirerebbe la richiesta di autorizzazione al Safe, lAutorità valutaria cinese che deve autorizzare gli investimenti allestero. È un dettaglio, ma sostanziale. Nel caso dellInter il Safe ha fatto saltare un accordo già firmato. Per la Roma siamo ancora ai contatti preliminari e anche se arrivasse un accordo il perfezionamento non sarebbe comunque automatico, come insegna Moratti. Gli advisor della Rothschild stanno cercando di sbrogliare la matassa e trovare la soluzione per portare Feng al tavolo. Al momento non si registrano particolari passi avanti. È probabile che in questa fase il lavoro sia più concentrato sullasse Milano- Boston per far digerire a Pallotta lidea di imbarcare un nuovo socio.