IL TEMPO (E. MENGHI) - Non capita tutti gli anni di conquistare 31 punti su 33. Anzi, alla Roma non era mai capitato un inizio così, ma è bastato interrompere il record di vittorie, e con un pari in trasferta mica con una sconfitta ridimensionante, per ve
Ci proverà oggi, battendo il Sassuolo di pomeriggio e incrociando le dita stasera. Una cosa alla volta. Anche perché non cè nulla di scontato nella sfida con i neroverdi, che in panchina hanno un romanista doc come Eusebio Di Francesco. Con la maglia giallorossa ci ha giocato per 4 anni e ci ha vinto anche uno scudetto. Ma da allenatore di una neopromossa sa di dover raccogliere più punti possibili. E allora i ricordi dovrà metterli da parte: «Non è una partita come tutte le altre, anche il derby non lo era, questo mi hanno insegnato nella mia permanenza giallorossa. Metterò da parte lemozione, sarò concentrato su questa grande partita». Non sarà facile farlo in un Olimpico che prima era casa sua e adesso un terreno di battaglia, con oltre 45 mila spettatori sugli spalti (22.500 biglietti venduti, oltre ai 22.500 abbonati), pronti ad accoglierlo con un applauso, ma anche a fischiarlo se dovesse fare da guastafeste.
Ci ha già pensato lex Cerci a «togliere» due punti alla Roma: «I giallorossi dice Di Francesco vengono dal mezzo passo falso con il Torino, ma la classifica mette di fronte un team che ha 31 punti e uno che ne ha messi in cassaforte solamente 9. Alla Roma auguro lo scudetto, ma di ricominciare a vincere dopo di noi». In passato, ce ne sono stati parecchi di dispetti fatti da chi la Roma ce laveva nel cuore: Cosmi, per esempio, ha perso solo 4 volte contro i giallorossi, raccogliendo invece 5 vittorie e 5 pareggi. Di Francesco ha già avuto la sua prima volta da ex: era il 20 novembre del 2011 e il suo Lecce perse 2-1 contro la squadra guidata da Luis Enrique.
Garcia, che ieri ha posato sulla Vespa davanti al Colosseo per una rivista francese, non vuole certo regalargli la prima soddisfazione. E con larma in più Gervinho si sente più sicuro di farcela. Livoriano è stato convocato e, nel giorno in cui ha superato il provino decisivo, è spuntato un leggero affaticamento per Ljajic (visto col ghiaccio dietro la coscia), che dovrebbe comunque farcela, accanto a Borriello e Florenzi. Lidea di avanzare Pjanic nel tridente resta una valida alternativa, con Bradley a centrocampo. Castan torna al centro della difesa (Benatia è squalificato), con Burdisso al fianco. Non giocano insieme dal 26 maggio: allora, come oggi, esisteva solo un risultato. Stavolta non sono ammessi errori. Per la fuga e per sognare ancora.