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Nuova mossa di Garcia: dopo la grande impresa tutti a cena all’Olimpico

01/11/2013 alle 09:53.

GASPORT (A. PUGLIESE) - Gli annali della storia del calcio ora vanno riscritti, la Roma di Rudi Garcia ha frantumato anche la Juventus di Fabio Capello, quella del 200506. Con la decima vittoria consecutiva, un filotto che nel campionato a girone unico non era riuscito mai a nessun altro. La striscia dei bianconeri si fermò infatti a

Striscia d’oro «E’ una striscia fantastica, ma non abbiamo tempo di godere troppo dice a fine gara . Abbiamo un giorno di riposo in meno del Torino, ogni minuto è importante per recuperare». Già, ed anche per questo ieri la Roma è rimasta a cena proprio all’Olimpico, senza il classico «rompete le righe» del postpartita. «Le feste sono per i tifosi, il calendario ci pone qualche difficoltà e abbiamo poco tempo per recuperare aveva detto prima della partita il d.g. Mauro . E’ un piccolo accorgimento, sappiamo che così i giocatori mangiano bene e andranno a dormire presto». Concetto ribadito anche da : «E’ solo per preparare nel modo più giusto la partita di domenica». Intanto, però, la Roma mantiene i 5 punti di vantaggio sulle inseguitrici e porta a 11 i punti di vantaggio sul quarto posto. «Dopo i successi di e era importante vincere, anche se per me la cosa più importante sono proprio gli 11 punti sul quarto posto».

Mou si o no? A Torino, ora, la Roma mancherà di in difesa, ma recupererà Gervinho davanti e, probabilmente, confermerà Borriello al centro dell’attacco, dopo il gol di ieri sera. «Io in Marco ci credo, lui ha il gol nel sangue dice . Stavolta era difficile giocare da punta centrale, un centravanti dipende dalle palle che arrivano e che producono gli altri e noi dobbiamo offrire a Marco palloni di maggiore qualità. Mi preoccupa il fatto che non abbiamo molti cambi per l’attacco, stavolta i tre cambi avevano in tutto quasi 60 anni e poca esperienza». E infatti la giocata vincente è arrivata nello stretto, quando ha dialogato con . «Senza Gervinho ci è mancata un po’ di profondità, in più sappiamo che è unico a far giocare gli altri. Ma ho una squadra intelligente che sa adattarsi e non sono d’accordo con il fatto che Dodò e Marquinho siano andati male, il gol è merito anche del loro lavoro. Ma quando non riusciamo a servire la punta, davanti dobbiamo saper giocare stretti». E a chi gli continua a fare il paragone con Mourinho, risponde schivo. Così: «Ma no, io non ho ancora fatto niente qui in Italia». Oddio, niente niente no. Da ieri è nella storia del calcio italiano, nessuno era riuscito ad arrivare fin lassù, come ha fatto lui.

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