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Multa per le “telefonate” in panchina, scatta il ricorso

06/11/2013 alle 09:07.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Una chiamata da 5.000 euro. Una e basta, come da referto del commissario di campo. Salatissimo, dunque, il conto presentato alla Roma per il contatto, domenica sera a Torino, tra Claude Fichaux (in panchin

La Roma, però, non ci sta e sta già studiando il ricorso alle Corte di Giustizia Federale. Che si basa su quattro lettere che i dirigenti giallorossi, ad inizio stagione, hanno inviato alla Figc, all’Aia, alla Lega calcio e alla la Procura Federale, per spiegare che in Francia era abituato a parlare con il suo vice Bompard, solitamente seduto sugli spalti per seguire ogni partita dall’alto. Tutto questo perché a Livorno il tecnico era stato sorpreso al telefono cellulare, durante il primo tempo della gara al Picchi.

Quella volta il giudice sportivo Tosel non era intervenuto perché il fatto non era stato riportato dall’arbitro Massa nel referto. La Procura federale, però, aveva aperto un fascicolo: «Prima di prendere eventuali provvedimenti chiederemo alla Uefa di favorire un chiarimento sugli organismi competenti della Fifa per quanto riguarda la portata e gli ambiti di applicazione della norma. L’obiettivo è quello di garantire uniformità a livello internazionale». La stessa procura è stata l’unica da aver risposto alla Roma, suggerendo l’atteggiamento da tenere in attesa di ricevere un chiarimento definitivo: avvertire l’arbitro prima di ogni gara. E’ successo per tutte le partite, anche a Torino. Ma stavolta è arrivata la multa. Inaspettata.

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