IL MESSAGGERO (P. MEI) - Il quid era in panchina fino al minuto 14 del secondo tempo, quando Alessandro Florenzi entrava; il guizzo era Marco Borriello al minuto 23, quasi dieci minuti dopo lingresso di Capitan Dopodomani: il quasi dieci diventava dieci, il numero del record. Lansia da prestazione aveva messo lo
LA TABELLINA DEL 3
Ed era lì il 10, la tabellina del 3 conclusa gloriosamente, dopo essere andata avanti nei bar e negli uffici di Roma come scherzetto del mattino, che nessuno laveva fatto mai, come del resto arrivare fino a 9 giacché la Juve cera arrivata ma fu tutto cancellato, come i primati atletici di Ben Johnson, che non esistono. Era lì quel numero fatale, che i matematici dicono anche tetraedrico (boh), ma che per i più è il voto massimo a scuola, per i calendaristi la data prevista per la partita di ieri, posticipata al 31 ma che era prevista il 30.10 (punti e vittorie, dunque), per il cuore dellOlimpico il numero di Totti, che era in tribuna a guardare, soffrire, gioire. Come lOlimpico dei 45 mila circa, prima più silente del solito e poi acceso dal quid e dal guizzo e dalla voglia ora manifesta dessere la Roma. E adesso 10 e il suo numero.
LA CENA DIETETICA
Salvate il Campo Testaccio diceva uno striscione: per il momento veniva salvata la digestione degli uomini del record chiamati allOlimpico a un pasto frugale e dalle calorie dimensionate al recupero e al prossimo vicinissimo impegno della domenica a Torino. Tutti a tavola, magari a pensare che questa Roma vince pure di giovedì. Come di lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Manca il martedì della Champions, ma per questo cè tempo. Tre per dieci? Trenta. E via di corsa da nord a sud per il campo del primato e di tanti primati. Questo non dà niente, ma è specialissimo. Tanto speciale da far sbucare perfino i maghi sotto la Sud, ma la magia è altrove.