La squadra con il “quid” centra il numero fatale

01/11/2013 alle 08:18.

IL MESSAGGERO (P. MEI) - Il quid era in panchina fino al minuto 14 del secondo tempo, quando Alessandro Florenzi entrava; il guizzo era Marco Borriello al minuto 23, quasi dieci minuti dopo l’ingresso di Capitan Dopodomani: il quasi dieci diventava dieci, il numero del record. L’ansia da prestazione aveva messo lo

 
LA TABELLINA DEL 3
Ed era lì il 10, la tabellina del 3 conclusa gloriosamente, dopo essere andata avanti nei bar e negli uffici di Roma come scherzetto del mattino, che nessuno l’aveva fatto mai, come del resto arrivare fino a 9 giacché la c’era arrivata ma fu tutto cancellato, come i primati atletici di Ben Johnson, che non esistono. Era lì quel numero fatale, che i matematici dicono anche tetraedrico (boh), ma che per i più è il voto massimo a scuola, per i calendaristi la data prevista per la partita di ieri, posticipata al 31 ma che era prevista il 30.10 (punti e vittorie, dunque), per il cuore dell’Olimpico il numero di , che era in tribuna a guardare, soffrire, gioire. Come l’Olimpico dei 45 mila circa, prima più silente del solito e poi acceso dal quid e dal guizzo e dalla voglia ora manifesta d’essere la Roma. E adesso 10 e il suo numero.
 
LA CENA DIETETICA 
“Salvate il Campo Testaccio” diceva uno striscione: per il momento veniva salvata la digestione degli uomini del record chiamati all’Olimpico a un pasto frugale e dalle calorie dimensionate al recupero e al prossimo vicinissimo impegno della domenica a Torino. Tutti a tavola, magari a pensare che questa Roma vince pure di giovedì. Come di lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Manca il martedì della , ma per questo c’è tempo. Tre per dieci? Trenta. E via di corsa da nord a sud per il campo del primato e di tanti primati. Questo non dà niente, ma è specialissimo. Tanto speciale da far sbucare perfino i maghi sotto la Sud, ma la magia è altrove.