GASPORT - La prima decisione era quella giusta. Piero Giacomelli ha ammesso (e spiegato) con onestà lerrore commesso in AtalantaUdinese del 29 settembre scorso. Autocritica non comune e da apprezzare, come tutto lintervento dellarbitro di Trieste allUssi del Friuli Venezia Giulia.
«Non è facile in quegli attimi ricostruire lazione ha spiegato Giacomelli e a me mancava un passaggio: capire se la palla era giocabile o meno da Danilo. Alla fine abbiamo preso la decisione sbagliata, ma per capirlo sono serviti quattro giorni e una nota della Fifa. Per questo dico che la moviola in campo non sarebbe servita. Io sono favorevole alluso della tecnologia per il gol nongol, non per altro. Perché ci ho messo tanto a tornare sui miei passi? Allauricolare stavamo già discutendo e ho chiesto a Bellini, capitano dellAtalanta, di allontanarsi. Per trenta secondi sono riuscito a confrontarmi solo con Faverani ed è stato una sorta di miracolo perché di solito i giocatori ci circondano subito per metterti pressione».
Arbitri fighetti La serata dellUssi ha messo in luce il lato più simpatico dellarbitro. «Dopo Atalanta-Udinese mi telefonò il mondo intero. Credo che lunico a non chiamarmi sia stato Papa Bergoglio. Lauricolare? A volte senti tre voci insieme, la comunicazione è problematica. Domenica ho fatto laddizionale a Orsato che aveva la tosse: sono tornato a casa con lorecchio grande come quello di Dumbo». E alla domanda se gli arbitri sono un po narcisisti: «Un po sì, basta vedere le nostre divise, sembriamo dei fighetti...».