CORSPORT (E. INTORCIA) - Era una notte troppo bella per chiuderla così, a bocca asciutta, era unoccasione troppo ghiotta per non metterci la firma e dimostrare che in questa Roma delle meraviglie cè posto anche per lui. Ed era troppo invitante lassist di Florenzi per non metterci la testa e riprendersi allimprovviso il gol smarrito.
Marco Borriello è tornato: 179 giorni dopo lultimo centro in campionato, la doppietta al Pescara, 893 giorni dopo lultimo gol con la maglia della Roma, sempre allOlimpico ma contro la Sampdoria, il 22 maggio 2011, una vita fa, prima dello scudetto vinto con la Juve, prima del ritorno al Genoa per griffare la salvezza. Come un anno fa, uno a zero, rete di Borriello: il Chievo ci ha fatto labitudine. Un gol per tornare protagonista, un gol per scrivere la storia: uno a zero al Chievo e decima vittoria consecutiva, nessuno mai come la Roma. Marco Borriello ride sotto il baffetto: «E il primo traguardo, è vero, però è una piccola grande soddisfazione che la Roma sia entrata nella storia e ce la godiamo tutta. E un record importante, ma ancora non abbiamo fatto nulla. Certo, il gol per me è la ciliegina sulla torta, siamo entrati nella storia del calcio italiano».
PAZIENZA - Dieci giornate dattesa per siglare il primo gol nella sua nuova avventura giallorossa, oltre unora di sofferenza lì davanti per trovare il varco giusto. Poche chance per lui nel primo tempo, pochi cross per la sua testa. Poi lassist di Florenzi che ha cambiato la sua notte e la storia della Roma: «E difficile esprimersi al meglio quando si gioca poco, quando non arriva il gol è sempre dura per un attaccante. Il mister mi ha sempre reso partecipe in questo avvio, ho giocato otto partite su dieci. Con linfortunio di Totti ho avuto più spazio, lui è un valore aggiunto, ma ora devo sfruttare questa occasione. Contro il Chievo era normale fare fatica, le squadre arrivano qui e si chiudono. Ma poi loro sono calati ed è arrivato luno a zero». (...)