GASPORT (A. SPALLA) - Da uomo semplice, forse, avrebbe preferito salutare tutti nella «sua Capocroce». Finché le forze glielhanno permesso, ha pregato lì: nella prima chiesa che si incrocia arrivando da Roma e lultima a lasciarsi alle spalle prima di andarsene da Frascati.
Ricordi e silenzi Dallaltare il parroco invita i ragazzi a «non rivolgere lo sguardo solo alla gloria raggiunta da Amadei, ma soprattutto alla strada da lui percorsa con fatica ». Giacomo Losi, commosso, si carica il feretro e il dolore del ricordo: «Ci vedemmo per lultima volta alle vecchie glorie 5 mesi fa. Ora sarei felicissimo se gli dedicassero il Campo Testaccio, perché Amadei rappresenta la storia della Roma». Poi, riferendosi al degrado dellimpianto, critica: «Siamo arrivati a questa situazione perché ci siamo dimenticati della storia dei nostri colori». Tessari, invece, lo ricorda per «la grande lealtà, un giocatore orgoglioso di appartenere a una squadra, non come alcuni calciatori moderni». Il presidente Abete, prima delle condoglianze alla famiglia, afferma con amarezza: «Purtroppo sono campioni che non tornano più». Lultimo saluto, il più toccante, è quello delle nipoti, che amava chiamare «le sue fringuelle ». Il carro sfila fra lo striscione «Roma è fiera di te» e lapplauso della piazza. Poi il silenzio. Lo stesso che si osserverà in suo onore nel prossimo turno di campionato di Serie A.