IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il mondo la celebra, la Roma giallorossa se la gode, il resto dItalia la invidia. È la squadra «perfetta» costruita da Garcia, che dopo il decimo successo su dieci gare, mai riuscito a nessuno in avvio di campionato nella storia della serie A, ora vuole varcare i confini nazionali ed eguagliare un altro record: il Tottenham 1960/61
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il mondo la celebra, la Roma giallorossa se la gode, il resto dItalia la invidia. È la squadra «perfetta» costruita da Garcia, che dopo il decimo successo su dieci gare, mai riuscito a nessuno in avvio di campionato nella storia della serie A, ora vuole varcare i confini nazionali ed eguagliare un altro record: il Tottenham 1960/61 vinse le prime undici e lo ricorda ancora con il busto dellallenatore Bill Nicholson in bella mostra a White Heart Lane.
Lo stadio dove si è «rifugiato» Franco Baldini dopo il disastro del 26 maggio, prima svolta di una Roma che ha deciso di cambiare quasi tutto. Larea tecnica è finita totalmente nelle mani di Sabatini che, tra un rifiuto di Mazzarri e uno di Allegri, è andato a pescare a Lilla luomo della provvidenza. Rudi Garcia è il protagonista assoluto in tutti i passaggi che hanno portato una squadra distrutta a diventare imbattibile.
Dieci mosse per dieci vittorie: dal ritiro di luglio a Riscone alla festa di Halloween con il Chievo, senza stravizi notturni concessi ai giocatori, Rudi non ha sbagliato nulla. Al primo approccio a Trigoria ha presentato una lista di cose da modificare: i campi, le luci della palestra, le regole dentro il centro sportivo. Le serrande degli uffici vanno chiuse durante gli allenamenti tattici, le telecamere di Roma Channel devono essere spente. Un sms personalizzato inviato ai giocatori è stato il suo biglietto da visita con la squadra, che poi ha conquistato in pochi giorni tra le Dolomiti. I giocatori si sono innamorati di lui quando li ha protetti di fronte ai tifosi inferociti: quellaffronto spavaldo ai contestatori, accusati di essere laziali, è stato come una scintilla di un rapporto damore sbocciato dentro lo spogliatoio.
«Ho capito che era un grande quando lho visto difendere Osvaldo anche se si sapeva che sarebbe andato via» ha spiegato De Rossi. Lo stesso con cui Garcia ha stretto un patto di ferro a fine luglio: «Se non accetti unaltra offerta entro linizio del campionato, resti qui». Capitan Futuro ha rispettato la parola e respinto le «avance» del Manchester United che si è presentato in modo concreto troppo tardi, quando aveva già segnato il primo gol della stagione a Livorno. Quella vittoria la si deve anche alla svolta tattica del ritorno di Totti nel ruolo di centravanti: col capitano spostato nel cuore dellattacco la Roma ha trovato gli spazi per andare a vincere la partita. Nel frattempo è finito il mercato, con i suggerimenti dellallenatore che si sono rivelati azzeccati: tenere Pjanic e non Lamela (finora desaparecido al Tottenham), prendere Gervinho e affidarsi allesperienza di De Sanctis e Maicon.
Allinizio il copione sul campo è stato sempre il medesimo: studiare la preda nel primo tempo e azzannarla nella ripresa. Così è stato contro Livorno, Verona, Parma (unica a segnare un gol ai giallorossi), Lazio e Sampdoria, poi di nuovo nelle ultime due gare con Udinese e Chievo. Parte dei meriti vanno alla «spia» che Garcia manda in tribuna a seguire la partita nel primo tempo. Il conciliabolo con il vice Bompard nellintervallo porta spesso a delle soluzioni decisive per svoltare verso la vittoria. «I cambi di Rudi» bisogna giocarseli al Lotto ha detto Sabatini e non sbaglia. Vedi Bradley goleador a Udine e Florenzi assistman col Chievo.
«Le parole sono importanti» diceva invece Nanni Moretti. Garcia lo sa bene e non ne ha sbagliata una finora. Esempi? «Il derby non si gioca, si vince» alla vigilia della stracittadina e «Con il Chievo sarà la partita più difficile» per avvisare il gruppo.
Maestro nelleloquio e nella tattica, Rudi è riuscito a ridisegnare una nuova Roma senza Totti attorno a un centravanti puro come Borriello e i risultati non sono cambiati. Il gioco e lo spettacolo sì, perché è innegabile il calo nelle ultime due gare, ma la solidità e la voglia sono rimaste intatte.
Dulcis in fundo, la cena allo stadio dopo la partita. Il francese ha chiesto ai giocatori di mangiare allOlimpico (pasta al sugo e pollo grigliato) per evitare stravizi di ogni genere in una notte «pericolosa» come quella di Halloween. Non avendo gradito i festeggiamenti post-Udine, ha voluto mandare un messaggio forte ai giocatori, con tanto di rimbrotto personale a due-tre elementi.
«La cena è andata bene, così siamo pronti per il Torino» ha detto Garcia uscendo dallo stadio laltra notte. Stava già pensando a quale può essere lundicesima mossa vincente.