10 mosse x 10 vittorie: Garcia fa strike

02/11/2013 alle 10:21.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il mondo la celebra, la Roma giallorossa se la gode, il resto d’Italia la invidia. È la squadra «perfetta» costruita da Garcia, che dopo il decimo successo su dieci gare, mai riuscito a nessuno in avvio di campionato nella storia della serie A, ora vuole varcare i confini nazionali ed eguagliare un altro record: il Tottenham 1960/61

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il mondo la celebra, la Roma giallorossa se la gode, il resto d’Italia la invidia. È la squadra «perfetta» costruita da , che dopo il decimo successo su dieci gare, mai riuscito a nessuno in avvio di campionato nella storia della serie A, ora vuole varcare i confini nazionali ed eguagliare un altro record: il Tottenham 1960/61 vinse le prime undici e lo ricorda ancora con il busto dell’allenatore Bill Nicholson in bella mostra a White Heart Lane.

Lo stadio dove si è «rifugiato» Franco Baldini dopo il disastro del 26 maggio, prima svolta di una Roma che ha deciso di cambiare quasi tutto. L’area tecnica è finita totalmente nelle mani di che, tra un rifiuto di Mazzarri e uno di Allegri, è andato a pescare a Lilla l’uomo della provvidenza. è il protagonista assoluto in tutti i passaggi che hanno portato una squadra distrutta a diventare imbattibile.

Dieci mosse per dieci vittorie: dal ritiro di luglio a Riscone alla festa di Halloween con il Chievo, senza stravizi notturni concessi ai giocatori, Rudi non ha sbagliato nulla. Al primo approccio a Trigoria ha presentato una lista di cose da modificare: i campi, le luci della palestra, le regole dentro il centro sportivo. Le serrande degli uffici vanno chiuse durante gli allenamenti tattici, le telecamere di Roma Channel devono essere spente. Un sms personalizzato inviato ai giocatori è stato il suo biglietto da visita con la squadra, che poi ha conquistato in pochi giorni tra le Dolomiti. I giocatori si sono innamorati di lui quando li ha protetti di fronte ai tifosi inferociti: quell’affronto spavaldo ai contestatori, accusati di essere laziali, è stato come una scintilla di un rapporto d’amore sbocciato dentro lo spogliatoio.

«Ho capito che era un grande quando l’ho visto difendere Osvaldo anche se si sapeva che sarebbe andato via» ha spiegato . Lo stesso con cui ha stretto un patto di ferro a fine luglio: «Se non accetti un’altra offerta entro l’inizio del campionato, resti qui». Capitan Futuro ha rispettato la parola e respinto le «avance» del Manchester United che si è presentato in modo concreto troppo tardi, quando aveva già segnato il primo gol della stagione a Livorno. Quella vittoria la si deve anche alla svolta tattica del ritorno di nel ruolo di centravanti: col capitano spostato nel cuore dell’attacco la Roma ha trovato gli spazi per andare a vincere la partita. Nel frattempo è finito il mercato, con i suggerimenti dell’allenatore che si sono rivelati azzeccati: tenere e non Lamela (finora desaparecido al Tottenham), prendere Gervinho e affidarsi all’esperienza di e .

All’inizio il copione sul campo è stato sempre il medesimo: studiare la preda nel primo tempo e azzannarla nella ripresa. Così è stato contro Livorno, Verona, Parma (unica a segnare un gol ai giallorossi), Lazio e Sampdoria, poi di nuovo nelle ultime due gare con Udinese e Chievo. Parte dei meriti vanno alla «spia» che manda in tribuna a seguire la partita nel primo tempo. Il conciliabolo con il vice Bompard nell’intervallo porta spesso a delle soluzioni decisive per svoltare verso la vittoria. «I cambi di Rudi» bisogna giocarseli al Lotto ha detto e non sbaglia. Vedi Bradley goleador a Udine e assistman col Chievo.

«Le parole sono importanti» diceva invece Nanni Moretti. lo sa bene e non ne ha sbagliata una finora. Esempi? «Il derby non si gioca, si vince» alla vigilia della stracittadina e «Con il Chievo sarà la partita più difficile» per avvisare il gruppo.

Maestro nell’eloquio e nella tattica, Rudi è riuscito a ridisegnare una nuova Roma senza attorno a un centravanti puro come Borriello e i risultati non sono cambiati. Il gioco e lo spettacolo sì, perché è innegabile il calo nelle ultime due gare, ma la solidità e la voglia sono rimaste intatte.


Dulcis in fundo, la cena allo stadio dopo la partita. Il francese ha chiesto ai giocatori di mangiare all’Olimpico (pasta al sugo e pollo grigliato) per evitare stravizi di ogni genere in una notte «pericolosa» come quella di Halloween. Non avendo gradito i festeggiamenti post-Udine, ha voluto mandare un messaggio forte ai giocatori, con tanto di rimbrotto personale a due-tre elementi.

«La cena è andata bene, così siamo pronti per il Torino» ha detto uscendo dallo stadio l’altra notte. Stava già pensando a quale può essere l’undicesima mossa vincente.