CORSPORT (R. MAIDA) - Sarebbe ingiusto attribuire a un solo giocatore il merito di un grande risultato collettivo. Ma con Federico Viviani, guarda caso, l'Under 21 ha cambiato faccia: lui e Baselli hanno strapazzato il centrocampo dei giovani belgi, che nella partita di andata a Rieti avevano fatto il comodo loro.
Viviani, la sfortuna è finita?
«Speriamo. L'anno scorso il ginocchio, quest'anno la caviglia. Ora mi sento meglio. E voglio giocare il più possibile a Pescara».
Intanto ha trascinato l'Under 21, che ha fatto un'impresa in Belgio.
«Sì, sono soddisfatto di me stesso e della squadra. I primi settanta minuti sono stati di qualità, poi ho pagato la stanchezza. Ma l'importante è aver vinto. I belgi pensavano fosse più facile batterci, invece hanno preso una bella mazzata...».
Viviani cosa si aspetta da questa stagione?
«Accumulare esperienza, crescere sotto ogni aspetto. Purtroppo l'infortunio mi ha frenato, mi auguro di recuperare posizioni e di riprendermi il posto da titolare. Ma so che Marino mi ha voluto, quindi ho fiducia».
E a fine anno torna alla Roma ?
«Non lo so. Per un giovane cresciuto a Trigoria è sempre bello pensare di tornare. Ma se la società farà altre scelte, accetterò di buon grado ogni decisione. Intanto, da lontano mi godo i risultati della squadra: stanno andando fortissimo. E sono felice di questo».
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Forse se fosse rimasto Luis Enrique, Viviani non avrebbe mai lasciato la Roma.
«Chissà. Mi è dispiaciuto molto che se ne sia andato. Non solo lui ma anche il vice De la Peña mi hanno insegnato tantissimo. Non li ho più sentiti ma spero di farlo presto».
Come scoccò la scintilla?
«Mi nominò lui in una conferenza stampa estiva. Non l'avevo neppure sentito, venne Burdisso a raccontarmi che ero stato citato. Rimasi molto sorpreso». Il giorno dopo, in amichevole a Budapest, segnò un gol da 35 metri contro il Vasas. Tanto per ringraziarlo.