CORSPORT (L. FERRAJOLO) - Da sette anni Totti non mette più piede in Nazionale. Poi lo vedi a San Siro, mentre affascina e incanta, e ti chiedi se è giusto che resti ancora fuori. E magari ti chiedi anche di chi è la colpa se in questi sette anni il miglior calciatore italiano è rimasto a Trigorla. Non è normale che il secondo cannoniere
Di sicuro, dopo sette anni, in cui ciclicamente ci siamo chiesti torna o non torna?, mai come in questo momento la domanda è di stringente attualità. Prandelli ha già detto che se si partisse per il Brasile domani, non avrebbe dubbi. E' la linea saggia di un ct intelligente, che muore dalla voglia di avere uno come Totti, ma che valuta anche le insidie dei prossimi mesi. Decidere adesso non avrebbe senso. (...)
Totti non ha avuto vita facile in nazionale, ma a suo modo, cioè da protagonista, è sempre stato presente nei momenti cruciali: nel 2000 con Zoff, quando una splendida Italia perse il titolo negli ultimi, maledetti secondi; a Berlino, con Lippi, quando ha conquistato il mondo. Dimostrando cosi di essere decisivo anche al di fuori del Sacro Gra.
Ma ora Totti serve a una nazionale che ha stupito agli Europei e si è qualificata in anticipo per il Brasile? Prandelli è davvero bravo, ha saputo dare alla squadra un gioco, un'identità, co- me mal era successo in passato, pur non avendo, tolti Buffon, Pirlo, De Rossi e Balotelli a intermittenza, dei fenomeni. Totti è l'unico che può aggiungere classe e qualità. E' un campione universale, il suo inserimento non richiede mo- duli o stravolgimenti: può fare la seconda punta o il centravanti arretrato nel 4-3-3, può mandare in gol Balotelli o accendere Rossi. O semplicemente può pensarci da solo. Può diventare un valore aggiunto inimmaginabile, a patto che nel tritacarne di un mondiale faticosissimo venga gestito bene. (...)