REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Una domanda di attualità. Che succederà alla ripresa del campionato quando i tifosi di molte squadre (Inter, Juventus, Genoa, Milan e Brescia, e altre si aggiungeranno...) faranno cori razzisti o di discriminazione territoriale? Che deciderà il giudice Gianpaolo Tosel?
La Figc ha già detto che nel prossimo consiglio federale affronterà la materia: forse non ci saranno più stadi chiusi come San Siro (19 ottobre con l'Udinese), se non in casi eccezionali, e si interverrà solo di fronte a cori reiterati, e di più persone. Ma quando il 5 agosto il consiglio federale della Figc ha emanato queste norme durissime tutti ad applaudire Abete: i tre rappresentanti della Lega A (Beretta, Lotito e Pulvirenti) e i giornali. Michel Platini ha spiegato che per l'Uefa non esiste il concetto di discriminazione territoriale ma "solo discriminazione" e che sarebbe il caso di chiudere solo le curve e non un intero stadio, come San Siro. Lo dica ai suoi. "Platini non è il Vangelo", ha tuonato Lotito che ha avuto l'Olimpico già chiuso in tre occasioni, due lo scorso anno e una da scontare il 7 novembre contro il Limassol (per il coro "slavo, puzzi di merda" contro i polacchi del Legia Varsavia). Bisogna scegliere una via chiara, senza tentennamenti o marce indietro.