Roma e Napoli, quell’inedita élite

16/10/2013 alle 11:40.

CORSPORT (L. FERRAJOLO) - La Roma è la grande sorpresa, il Napoli la grande conferma. Alla partenza, tutti abbiamo avvertito la Juve: attenta, dovrai vedertela con il Napoli. Nessuno ha pensato alla Roma. E come avremmo potuto, dopo due anni di delusioni e sconquassi

CORSPORT (L. FERRAJOLO) - La Roma è la grande sorpresa, il la grande conferma. Alla partenza, tutti abbiamo avvertito la : attenta, dovrai vedertela con il . Nessuno ha pensato alla Roma. E come avremmo potuto, dopo due anni di delusioni e sconquassi. E invece la Roma sinora è stata più brava di tutte, compresa. Certo, sette squilli non fanno testo, sette giornate sono appena un respiro, rispetto alla corsa che si decide a maggio, però se la Roma è questa, parlare di mirabile sorpresa è inevitabile. Non di miracolo, però, non di evento trascendentale che sfugge allaragione. Nemmeno nel calcio s’improvvisa, oltre un minimo lecito. Tanto per capirsi, nella Roma che ha steso l’Inter a San Siro, dieci dei quattordici andati in campo c’erano anche l’anno scorso.

La spina dorsale è sempre quella formata da , e ; a sinistra Balzaretti c’era e Balzaretti è rimasto, in difesa e sulla fascia li aveva anche Zeman. Insomma, la prima differenza quest’annno l’ha fatta : per due anni la Roma ha avuto allenatori inadeguati, ora ha finalmente quello giusto. (...) Più esperienza, maggiore personalità, non solo talento e finalmente un allenatore: non è un miracolo, è il risultato di investimenti e anche di errori, fatti in tre anni. Il percorso del è stato ancora più lucido, illuminato, più graduale, meno brusco. Bisogna riconoscere a De Laurentiis intuizioni e meriti in una gestione esemplare e sempre attenta ai conti. Ha raccolto il in C e l’ha riportato in Europa, tra i club più importanti. (...) Raramente, forse mai, e Roma , Roma e , si sono trovate insieme proiettate verso grandi mete. Quando il di Maradona vinceva i due scudetti, la Roma vivacchiava, subiva il declino del dopo-scudetto: nell’87 fu esonerato Eriksson, nell’89 arrivò uno stanco Radice. Quando la Roma ha vinto il terzo titolo con Capello nel 2001, il di Zeman e poi Mondonico è addirittura scivolato in B, finendo nel tunnel più buio.

Dunque, insieme, così in alto, è uno spettacolo inedito, che la partita di venerdì potrà solo modificare in parte, non cancellare. Sono due squadre proiettate nel domani: la Roma è decisa a conquistarsi un posto da protagonista anche in Europa, il vuole confermarsi e consolidare le posizioni già raggiunte e magari vincere il terzo scudetto. Questo è un messaggio rivoluzionario per il calcio italiano, abituato a vivere perennemente sull’asse Torino-Milano. (...) è auspicabile che ora i tifosi, cancellando i veleni e i rancori di questi ultimi anni, tornino ai vecchi e civili rapporti di una volta. Per unirsi a Roma e nella scalata finale.