GASPORT (C. ZUCCHELLI) - I capelli sono più lunghi, lapparecchio ai denti cè ancora, il fisico è cresciuto. Il ragazzino sta diventando uomo e non solo perché il torace è più ampio e i muscoli più esplosivi.
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - I capelli sono più lunghi, lapparecchio ai denti cè ancora, il fisico è cresciuto. Il ragazzino sta diventando uomo e non solo perché il torace è più ampio e i muscoli più esplosivi. Marcos Aoas Correa, per tutti Marquinhos, è alla sua seconda esperienza lontano da casa e a soli 19 anni e 5 mesi gioca, parla e ragiona già da uomo navigato: «A Romaracconta dopo la partita con lAnderlecht ho trascorso 10 mesi importantissimi. Adesso vivo a Parigi, è una nuova esperienza, gioco in un campionato importante e in Champions, che era il mio sogno. Mi alleno con grandi campioni. Ogni giorno imparo qualcosa». Anche il francese, ma litaliano lo ricorda ancora. «Merito dei miei amici romani e di tutti i tifosi che mi scrivono su Twitter». Sui social network si esprime in tre lingue (italiano, francese e portoghese), in campo spesso guida la difesa in italiano.
Ha trascorso in giallorosso solo un anno, eppure quando parla della Roma e dellItalia si emoziona sempre.
«Vero. A Roma sono stato una favola, è stata unesperienza che non dimenticherò mai. Ho lasciato il Brasile a 18 anni, ho fatto il titolare in A: come posso scordare tutto questo?. Certo, sono capitato in un anno sfortunato. I risultati non ci hanno aiutato. Ma io comunque non dimentico che ci sono stati anche dei bei momenti. Abbiamo vinto qualche partita importante e soprattutto ho incontrato persone che faranno sempre parte della mia vita».
Infatti è già tornato un paio di volte e sono venuti a trovarla Dodò e Castan.
«Li ho trovati benissimo. Sono dei veri amici, quando ho saputo che volevano venire a Parigi ho organizzato tutto: una giornata a Eurodisney e una grigliata a casa mia: abbiamo cucinato un po tutti...».
Un barbecue in pieno centro a Parigi.
«Eh sì, perché io abito proprio nel cuore della città, a dieci minuti da Champs Elysees».
Come si trova?
«Sono fortunato: un anno a Roma e adesso Parigi. La città è bellissima, peccato che siamo ad ottobre e già fa freddo...».
Dopo qualche problema fisico, ormai è titolare nel Psg.
«Volevo rientrare in fretta, ho fatto di tutto per essere disponibile prima possibile. Adesso sono al 100%, anche mentalmente. Qui vivo a stretto contatto con grandi campioni, ma io resto con i piedi per terra. Ho appena iniziato».
Vincete quasi sempre e ha già segnato tre gol. Ha detto che si diverte a fare il bomber.
«Abbiamo una squadra straordinaria, ma dobbiamo ancora crescere. Mi piace segnare, ma io i gol li devo soprattutto evitare».
Ibra è sempre più leader.
«Noi ne abbiamo tanti di campioni. Visto però Ibra che quadripletta (testuale, ndr) che ha fatto?».
Al Mondiale ci pensa?
«Ci penso, ci penso. Giocare il Mondiale a casa mia... Lavoro per prendermi questo sogno. Farò di tutto per mettermi in mostra, approfittando della visibilità che mi dà il Psg. Devo credere in me stesso».
Al Mondiale pensa anche il suo amico Castan.
«Leandro è fortissimo, ho imparato anche da lui».
Eppure lo scorso anno di gol la Roma ne prendeva parecchi.
«Speravo che questa stagione fosse migliore di quella passata, ma non credevo che partissero così bene.Non solo lui e Benatia, ma tutta la squadra sta facendo bene bene. Il lavoro della difesa è importante».
La Roma vincerà il titolo?
«Glielo auguro, io da qui faccio il tifo e voglio incontrarla in Champions. Ho lasciato lì un pezzo del mio cuore».