GASPORT (A. SCHIANCI) - Difesa solida, contropiede rapido e quel pizzico di casualità che è necessaria per costruire una grande impresa. Questa è la Roma di oggi, la Roma di Rudi Garcia.
Un muro La forza della coppia centrale Benatia-Castan è davvero impressionante: da quella cerniera non passa uno spillo. Se poi a loro due aggiungi un puntello come De Rossi, allora hai creato unautentica fortezza. Quando i terzini Maicon e Dodò spingono (spesso) la retroguardia giallorossa si posiziona a tre con Benatia, Castan e De Rossi. E con questo terzetto aspettano gli avversari. Superare il muro è impresa piuttosto complicata. Cè un dato abbastanza interessante da analizzare: il baricentro medio della Roma è molto basso (51 metri), ciò significa che la squadra di Garcia ha la capacità e la pazienza di aspettare e di ripartire con i guizzi delle ali e con i ricami dei centrocampisti.
Tuttofare E Pjanic a guadagnarsi la copertina, ma non soltanto per la doppietta. Il bosniaco è il romanista che tocca più palloni: 79. Segno chiaro che i compagni lo individuano come un punto di riferimento e si affidano a lui per inventare la manovra. Pjanic fa il mediano (quindi rincorre), il regista (costruisce azioni), il trequartista (suggerisce assist) e conclude. Di più, obiettivamente, non potrebbe fare. Alla fine i passaggi effettuati da Pjanic sono 59 (52 giusti, 7 sbagliati), 2 i lanci positivi, 2 i cross, 5 le sponde e 6 le occasioni create. Quantità e qualità nella prestazione del centrocampista che, con la punizione telecomandata e con il rigore ammazzaNapoli, dimostra uninvidiabile tecnica e una freddezza non comune.
I tagli Nel Napoli si sente lassenza di Higuain. La squadra di Benitez non ha profondità, riesce a rendersi pericolosa con lanci che aprono il fronte dattacco, ma non trova mai il guizzo giusto. Solo i movimenti di Insigne, a ben guardare, mandano in tilt la difesa della Roma. Il talentino «taglia » dalla sinistra al centro e qui riesce a sorprendere Benatia e Castan attaccandoli alle spalle. In questo tipo di azione è fondamentale il ruolo di «catapulta » di Pandev che lancia al volo il compagno. Insigne corre su e giù sulla fascia sinistra, recupera palloni (4), contrasta le volate di Maicon (mica uno qualsiasi), crea gioco e occasioni (4), ed entra spesso nel vivo della manovra: sono 64 i palloni toccati. Gli manca, probabilmente, la freddezza al momento della conclusione: 2 i tiri di Insigne, uno in porta e uno fuori. Certo, sul palo colpito cè anche molta sfortuna, questo va detto, ma a volte la buona sorte bisogna guadagnarsela.