IL ROMANISTA - Dopo i cori contro i tifosi del Napoli cantati dai tifosi della Roma allo stadio Olimpico venerdì sera e da quelli del Milan a San Siro sabato sera, i senatori del Popolo delle libertà (Pdl) Antonio Gentile, Nico DAscola, Guido Viceconte, Piero Aiello e Antonio Cariddi hanno reso noto di avere presentato uninterrogazione urgente al ministro per gli Affari Regionali, Turismo e Sport, Graziano Delrio
IL ROMANISTA - Dopo i cori contro i tifosi del Napoli cantati dai tifosi della Roma allo stadio Olimpico venerdì sera e da quelli del Milan a San Siro sabato sera, i senatori del Popolo delle libertà (Pdl) Antonio Gentile, Nico DAscola, Guido Viceconte, Piero Aiello e Antonio Cariddi hanno reso noto di avere presentato uninterrogazione urgente al ministro per gli Affari Regionali, Turismo e Sport, Graziano Delrio, per chiedere «quali urgenti provvedimenti si vogliano adottare per fermare la vergognosa ondata di razzismo che si sta riverberando verso la città di Napoli e il Sud negli stadi italiani».
Sempre ieri però è arrivata la presa di posizione sulla questione della discriminazione territoriale dei tifosi della Curva Nord dellAtalanta che, prima della sfida contro la Lazio, hanno diffuso un comunicato: «Ci vorrebbero tutti in silenzio, non dei tifosi ma dei clienti. Diventa quindi necessario cancellare tutti i comportamenti autentici e passionali». Secondo gli atalantini, la vicenda della chiusura di San Siro è «figlia della stessa logica». La «discriminazione territoriale» a loro avviso, non è certamente sbocciata nelle curve. «I sapientoni e i custodi della morale vorrebbero dirci che la rivalità tra i comuni, tra Bergamo e Brescia, tra Roma e Milano, tra Nord e Sud, non è mai esistita?». Spesso, poi, questi «comportamenti» riguardano anche altri settori. Gli ultrà sostengono che «limposizione di questa morale» nasconde ipocrisia. La vera «discriminazione territoriale» sarebbe il divieto di acquistare un biglietto e la possibilità di viaggiare al seguito della propria squadra solo perchè residenti in una provincia diversa. Dopo aver ribadito come «la questione del razzismo sia utilizzata solo quando fa comodo», concludono annunciando: «Noi non ci stiamo e ci metteremo di traverso finché avremo la forza di farlo. Liberi di tifare, liberi di viaggiare».