Garcia: «Record? Voglio titoli»

28/10/2013 alle 10:40.

IL ROMANISTA (V. META) - Dice che in filosofia non andava poi tanto bene, eppure a Udine Rudi Garcia dà una dimostrazione perfetta della tesi della vigilia, l’aristotelico

Un primo tempo di sofferenza, una ripresa in crescendo e un finale di cuore. Al 90’ c’è chi è crollato in ginocchio urlando (), chi è corso a esultare da solo sotto il settore ospiti alla faccia del passato () e chi, come , ha avuto un pensiero chiaro: «Questa è la nostra vittoria più bella, perché è arrivata nella nostra partita più difficile e sofferta. Abbiamo giocato con il cuore e anche con la testa, anche in dieci c’è qualcosa da fare per vincere la partita».

La perfezione, però, è lontana: «Ci manca ancora qualcosa, dobbiamo pensare a giovedì e alla partita col Chievo, che sarà una partita molto dura. Tutti pensano che sarà facile, ma sarà dura, anche senza , è importante che la rosa sia così forte mentalmente visto che gli infortuni e i problemi arrivano». Gli ingredienti perché la serie di vittorie si interrompesse c’erano tutti, dalle assenze agli episodi passando per un’avversaria che in casa non perdeva da quattordici mesi: «È vero che il gioco è differente con o senza il capitano, oggi avevamo la forza con la presenza di Marco Borriello, sapevamo che potevamo sfruttare i tiri fuori dall’area ed è stato così. È importante per noi che abbiamo diversi modi per attaccare e per le avversarie che non sanno come giochiamo ».

C’era pure un primo tempo complicato, in cui è sembrato che la Roma facesse un passo indietro rispetto alle ultime prestazioni: «Abbiamo sofferto le ripartenze dell’Udinese, questo è stato il nostro errore - spiega -. Abbiamo lasciato troppo spazio per loro, non abbiamo difeso bene come squadra e all’intervallo abbiamo cambiato. Ma questa è una squadra in cui nessuno si risparmia, l’azione del gol è bellissima, eravamo in dieci e la forza della squadra è quella di credere in se stessa e andare in avanti. Oggi (ieri, ndr) più delle altre volte avevamo bisogno di forze nuove, quando sono entrati Bradley, Marquinho e abbiamo continuato a creare pericoli e fare sempre di più. Abbiamo cercato di vincere in dieci e non di fermare il gioco. ? È una delle nostre forze, è un grande giocatore e un grande uomo, sul gol di Bradley ha fatto un passaggio meraviglioso».

E adesso? «Non faccio tabelle, perché tutte le partite sono difficili, non ce ne è una facile. Anche contro il Chievo, non abbiamo già vinto. Dobbiamo essere concentrati ed andare avanti così. Di sicuro aiuta avere 27 punti, ma è lo scarto con il quarto posto quello che importa di più. Io non dico che non siamo ambiziosi così per dire, se facciamo lo sprint finale con le favorite a fine stagione va bene, vediamo dove possiamo arrivare. Io non voglio che i miei tifosi siano delusi a fine stagione, c’è ancora tanto da fare per migliorare questa squadra, per fare una grande stagione c’è bisogno di avere un po’ di fortuna con gli infortuni».

C’è chi dice che questa Roma è fortunata: «La fortuna si provoca - ribatte il tecnico -, non arriva da sola, se uno dà tutto in campo e in settimana sfrutta la cosa. Non dimentico che abbiamo giocato in dieci noi, ma alla fine del primo tempo potevamo essere noi in undici contro dieci. Questa non è la fortuna, è il calcio. Quello che importa è avere fiducia nei compagni e oggi c’è stata».