Di Mariano in panca. Lo manda zio Totò

31/10/2013 alle 09:50.

GASPORT (F. ODDI) - Cinque partite gli basteranno per andare in panchina in Serie A a 17 anni, per il prossimo obiettivo in A dovrà giocarci, e magari segnare pure: il numero 10 della Primavera

GASPORT (F. ODDI) - Cinque partite gli basteranno per andare in panchina in Serie A a 17 anni, per il prossimo obiettivo in A dovrà giocarci, e magari segnare pure: il numero 10 della Primavera per tanti è ancora il nipote di Totò Schillaci, la strada per farsi ricordare come Francesco Di Mariano sembra ancora lunga. Ma il talento nato a Palermo, seguito da Milan, Lazio, Inter e , ma passato al Lecce perché c’era il mare e gli sembrava di stare a casa, quella strada la sta percorrendo di corsa: lo voleva già un anno fa, al presidente del Lecce parlarono così bene di lui che decise di mandarlo 16enne in prima squadra. Due presenze nel primo mese, quando il tempo cominciò a volgere al brutto lo rimandarono sottocoperta, perse il posto persino nella Berretti, e la Nazionale Under 17, con cui avrebbe fatto Europeo e Mondiale.

CHE SCALATA - Trequartista o punta esterna, a Roma è partito alla grande: personalità, gol e dribbling, ma anche rincorse e contrasti, le cose che piacciono tanto agli allenatori. E l’aver mancato il Mondiale è stata la sua fortuna: e Calabresi fino a martedì erano negli Emirati Arabi, lui venerdì si è allenato per la prima volta con , che non aveva mai pescato nella Primavera, ma annuiva mentre lo vedeva provare i tiri in porta. «Potremmo avere una panchina particolarmente giovane», disse quel giorno: la sua Francia neanche c’era a Italia ’90, per lui zio Totò Schillaci sarà un ricordo sbiadito.