IL ROMANISTA (D. GALLI) - È un paradosso. È il caso limite di un gesto tecnico, uno stop al volo, più fico di un gol. Vedetevelo e rivedetevelo. Totti aggancia una palla complicatissima, si getta su un cavallo in corsa e lo doma, addomestica una palla di Strootman e poi solleva lo sguardo. Mira. Mirante. Lo vede, lo spiazza, lo frega
«È una serata importante, noi volevamo vincere a tutti i costi anche perché era da molto che non facevamo tre vittorie di fila allinizio. Con questo spirito possiamo dire la nostra. Ma il campionato è lungo». È il Totti terreno che parla, perché quello Divino è rimasto in quello stop. In quel contatto tra uomo e Dio. Povero Parma, vittima prediletta, agnello sacrificale. «Mi porta fortuna», ammette Colui che (evidentemente) tutto può, «ma ci sono tante squadre e spero di fare gol anche con le altre, anche se limportante era vincere». Gli ricordano che adesso cè il derby. «I tre punti di Parma sono una buona medicina. Arriviamo con lo spirito giusto. È una partita diversa ma sappiamo come affrontarla». Il derby di Coppa è una cosa, ma una cosa per gli archivi, quello che arriva adesso ha invece il senso di una rivincita che, classifica alla mano, potrebbe avere risvolti importanti. «Per noi e per tutta la città è una partita differente da tutte le altre», commenta il Capitano, «è normale che si viva con più voglia e più determinazione».
Il 26 maggio però è un capitolo chiuso, pensiamo al Capitano, risponde così: «Cè un contratto da rinnovare? (sorride, ndr) Ne abbiamo parlato tante volte, posso dire che siamo ormai ai dettagli. Cè ancora qualcosa da sistemare, ma siamo pronti. Vicini. Il modo migliore per essere smentiti è dare delle date, quindi non ci tengo affatto. Se faremo in tempo, approfitteremo della presenza del presidente. Ma la trattativa non è certamente vincolata al suo arrivo». Tra dieci giorni Totti festeggerà 37 anni. Il regalo migliore sarà il rinnovo. Il regalo. Per la Roma, ovviamente